L’afasia è un disturbo del linguaggio che può compromettere la comprensione o l’espressione delle parole o dei loro equivalenti non verbali. L’afasia è causata da un danno alle aree del cervello che controllano il linguaggio, come l’area di Broca, l’area di Wernicke e le loro connessioni. Queste aree si trovano nell’emisfero sinistro nella maggior parte delle persone destrorse e in circa due terzi delle persone mancine. L’afasia può derivare da diverse cause, come ictus, trauma cranico, infezione cerebrale o malattia degenerativa. A seconda della sede e dell’estensione della lesione, l’afasia può manifestarsi in diversi modi.
Afasia di Broca (motoria)
Gli emisferi cerebrali sebbene appaiono simili, non hanno una struttura del tutto simmetrica, ne sono equivalenti dal punto funzionale. La maggior parte delle conoscenze sui disturbi del linguaggio, pervengono dagli studi delle afasie che insorgono a seguito di gravi affezioni cerebrali; la maggior parte delle volte da ictus ovvero alla rottura o all’occlusione di un vaso sanguigno che si distribuisce ad una regione di un emisfero cerebrale.
La scoperta di Broca: l’afasia non fluente
Nel 1861, Paul Broca descrisse il caso di un paziente, noto come “Tan Tan”, che aveva perso quasi completamente la capacità di parlare. L’uomo comprendeva il linguaggio ma riusciva a pronunciare solo la sillaba ripetuta “tan”. L’analisi post-mortem del suo cervello rivelò una lesione nella parte posteriore del lobo frontale sinistro, un’area che oggi porta il nome di Broca. Questo caso fu fondamentale per stabilire una correlazione tra una specifica regione cerebrale e una particolare funzione cognitiva, in questo caso il linguaggio espressivo. Lesioni in questa zona causano l’afasia di Broca, caratterizzata da un linguaggio non fluente, con frasi brevi e agrammaticali. Le persone con afasia di Broca parlano a fatica, con frasi brevi e semplici, spesso omettendo le parole funzionali come articoli e preposizioni. Hanno anche difficoltà a ripetere le parole e a scrivere correttamente. Tuttavia, la loro comprensione del linguaggio è relativamente preservata.
Le ricerche pionieristiche di Paul Broca, che descrisse il caso del paziente “Tan Tan”, segnarono l’inizio di una nuova era nella comprensione dell’afasia. Tuttavia, furono numerosi altri ricercatori a contribuire in modo significativo a questo campo. Carl Wernicke, ad esempio, studiò pazienti con lesioni nel lobo temporale sinistro, identificando l’area responsabile della comprensione del linguaggio e delineando le caratteristiche dell’afasia fluente. Gustav Lichtheim, con il suo modello connessionista, e Jules Dejerine, concentrandosi sull’afasia scritta, arricchirono ulteriormente la nostra comprensione dei disturbi del linguaggio.
Afasia di Wernicke (sensoriale)
Un altro tipo di afasia è l’afasia di Wernicke, che colpisce la capacità di comprendere il linguaggio parlato e scritto. Le persone con afasia di Wernicke parlano fluentemente, ma il loro discorso è spesso privo di senso, con parole inventate o inappropriate. Non si rendono conto dei loro errori e non riescono a correggerli. Hanno anche difficoltà a leggere le parole e a capire il significato dei testi. L’afasia di Wernicke è causata da una lesione nella porzione postero-superiore del lobo temporale dell’emisfero dominante per il linguaggio (area di Wernicke). Questa forma di afasia fu descritta da Wernicke nel 1874.
Wernicke propose che soltanto le funzioni mentali più elementari, fossero localizzate in aree corticali circoscritte, mentre erano le interconnessioni tra parecchie aree specializzate che rendevano possibile lo svolgimento delle funzioni intellettuali più complesse. Egli fu il primo a mettere in luce che le diverse componenti di un comportamento sono elaborate in zone diverse del cervello e quindi egli è stato il primo a parlare di analisi distribuita. Inoltre postulò che l’espressione del linguaggio fosse sotto il controllo di due programmi uno sensitivo e uno motorio.
Il programma motorio coordina i movimenti della bocca necessari per pronunciare correttamente le parole, sarebbe localizzato nell’area di Broca, infatti sarebbe posta immediatamente davanti all’area motoria.
Il programma sensitivo che controlla la percezione delle parole veniva localizzato nel lobo temporale nell’area che lui stesso aveva scoperto (area di Wernicke), infatti quest’area è circondata dalla corteccia uditiva e dalle altre aree dette cortecce associative che integrano informazioni acustiche, visive e somatiche in percezioni complesse.
Modello di organizzazione del linguaggio
Wernicke costruì un modello di organizzazione del linguaggio secondo il quale le informazioni acustiche e visive che riguardano il linguaggio si formano in aree sensitive diverse. Da queste aree raggiungono il giro angolare che costituisce una area specializzata nella quale le parole vengono trasformate in una rappresentazione nervosa. Così codificata questa informazione viene trasferita nell’area di Wernicke e associata al proprio significato. Da qui la rappresentazione viene trasferita nell’area di Broca dove viene rappresentata da rappresentazione sensitiva in una rappresentazione motoria da usare nel linguaggio scritto o parlato.
Afasia di conduzione
Utilizzando questo modello Wernicke spiegò l’afasia di conduzione descritta per la prima volta da Lichtheim nel 1885. Questa forma di afasia è caratterizzata da un grave deficit nella ripetizione, cioè nel produrre uno stimolo su imitazione, e da numerose parafasie fonemiche. L’afasia di conduzione è causata da una disconnessione tra le aree cerebrali responsabili della comprensione del parlato (area di Wernicke) e quella della produzione del linguaggio (area di Broca). Ciò è dovuto a danni specifici al fascicolo arcuato, un tratto di sostanza bianca profonda che collega queste aree. Le persone con afasia di conduzione sono in grado di capire le parole che sentono e non hanno difficoltà motorie nell’emissione di parole, ma non riescono a parlare correttamente.
Tabella delle Afasie
Afasia | Comprensione | Produzione | Ripetizione |
---|---|---|---|
Wernicke | No | Sì | Sì |
Broca | Sì | No | Sì |
Conduzione | No | No | Sì |
Transcorticale sensoriale | Sì | No | No |
Transcorticale motoria | No | Sì | No |
Il modello di Wernicke-Lichtheim: una rappresentazione classica delle basi neurali del linguaggio
Il diagramma di Wernicke-Lichtheim, proposto alla fine del XIX secolo, è uno dei modelli più celebri per spiegare le basi neuroanatomiche del linguaggio e i disturbi ad esso associati, le afasie. Questo modello localizzaziosta, sebbene semplificato, ha costituito un punto di partenza fondamentale per le successive ricerche nel campo della neuropsicologia del linguaggio.
Le teorie afasiologiche classiche si basano sull’idea che il linguaggio sia un processo complesso, suddiviso in diverse componenti che corrispondono a specifiche aree cerebrali. Il diagramma di Wernicke-Lichtheim rappresenta graficamente questa idea, evidenziando tre centri principali:
- Centro concettuale: Corrisponde a un’area cerebrale deputata alla rappresentazione mentale dei concetti e delle idee. È il punto di partenza per la produzione di un enunciato e il punto di arrivo per la comprensione di un messaggio.
- Centro motorio (area di Broca): Localizzato nella corteccia frontale inferiore, è specializzato nella programmazione motoria dei movimenti articolatori necessari per produrre il linguaggio.
- Centro uditivo (area di Wernicke): Situato nella corteccia temporale posteriore, è responsabile dell’analisi e della comprensione degli stimoli acustici linguistici.
Le connessioni e il flusso dell’informazione: I tre centri sono interconnessi da fasci di fibre nervose che permettono il flusso dell’informazione. Ad esempio, quando vogliamo esprimere un concetto, l’informazione viene trasmessa dal centro concettuale al centro motorio, che a sua volta attiva i muscoli coinvolti nell’articolazione. Al contrario, quando ascoltiamo qualcuno parlare, il segnale acustico viene elaborato dal centro uditivo e associato al significato nel centro concettuale.
Le diverse forme di afasia descritte nel modello sono il risultato di lesioni a questi centri o alle connessioni tra di essi.
Afasie principali
Afasia sensoriale o di Wernicke
Afasia sensoriale o di Wernicke: Causata da lesioni al centro uditivo, si caratterizza per un linguaggio fluente ma privo di significato, con frequenti parafasie (sostituzioni di suoni o parole) e difficoltà di comprensione | |
Afasia motoria o di Broca: Deriva da lesioni al centro motorio, si manifesta con un linguaggio non fluente, lento e agrammatico, con difficoltà nella produzione di parole e frasi. |
Afasie da disconnessione:
L’afasia di Broca, l’afasia di Wernicke e l’afasia di conduzione sono tre esempi di afasie fluenti e non fluenti, ma esistono anche altri tipi di afasie che presentano caratteristiche diverse.
Afasia di conduzione: Causata da lesioni alle connessioni tra il centro uditivo e quello motorio, si caratterizza per difficoltà nella ripetizione di parole e frasi, con presenza di parafasie fonemiche. | |
Afasia transcorticale sensoriale:L’ATS è causata da una lesione alle aree perisilviane posteriori, in particolare al giro angolare e alla sostanza bianca periventricolare posteriore sinistra. Queste aree sono cruciali per la connessione tra l’area di Wernicke e i centri superiori del linguaggio. | |
L’afasia transcorticale motoria si verifica quando c’è una lesione nelle connessioni tra le rappresentazioni concettuali e le rappresentazioni motorie. Nel diagramma, questa lesione è indicata dalla linea rossa che attraversa la connessione tra il vertice (rappresentazioni concettuali) e la base sinistra (rappresentazioni motorie). |
Altri disturbi:
La sordità verbale pura è un disturbo specifico che colpisce la comprensione del linguaggio parlato a causa di una lesione ai centri corticali deputati all’analisi uditiva. | |
L’anartria pura è un disturbo che colpisce la produzione motoria del linguaggio, lasciando intatte le altre componenti. Il diagramma di Wernicke-Lichtheim ci aiuta a visualizzare come una lesione specifica (in questo caso, ai centri motori dell’articolazione) possa causare questo tipo di disturbo. |
Suddivisione delle afasie in base alla localizzazione:
Sulla base dei correlati fisiologici, possiamo distinguere le afasie in due grandi categorie:
- Afasie anteriori:
- Afasia di Broca: Associata a lesioni nelle aree frontali inferiori dell’emisfero dominante (solitamente il sinistro). Caratterizzata da difficoltà nella produzione del linguaggio, con un eloquio non fluente e spesso agrammaticale.
- Afasia transcorticale motoria: Causata da lesioni nelle aree frontali più estese rispetto all’afasia di Broca. Simile all’afasia di Broca, ma con una maggiore difficoltà nell’iniziare a parlare spontaneamente.
- Afasie posteriori:
- Afasia di Wernicke: Associata a lesioni nell’area di Wernicke, situata nel lobo temporale posteriore.
- Afasia transcorticale sensoriale: Causata da lesioni nelle aree posteriori vicine all’area di Wernicke.
- Afasia di conduzione: Associata a lesioni nelle fibre che connettono l’area di Broca e l’area di Wernicke.
- Afasia anomica: Causata da lesioni in diverse aree, ma spesso associate al lobo temporale. Caratterizzata da difficoltà nella ricerca delle parole, in particolare dei nomi.
- Afasia globale: Forma grave di afasia, causata da lesioni estese che interessano sia le aree anteriori che posteriori. Caratterizzata da gravi deficit sia nella comprensione che nella produzione del linguaggio.
Limiti del modello Wernicke-Lichtheim e delle teorie afasiologiche classiche
Il modello di Wernicke-Lichtheim, pur rappresentando un punto di partenza fondamentale nello studio dell’afasia, presenta limiti significativi nell’affrontare la complessità dei disturbi del linguaggio osservati nella pratica clinica. La maggior parte dei pazienti afasici manifesta deficit che coinvolgono in modo variabile e interconnesso diverse componenti del linguaggio (fonologia, semantica, sintassi, pragmatica), sia a livello orale che scritto. Inoltre, il modello classico non riesce a spiegare fenomeni come la dissociazione tra classi grammaticali e categorie lessicali, né a considerare l’elaborazione di sequenze non linguistiche.
- Eccessiva semplificazione: Il modello di Wernicke-Lichtheim rappresenta una semplificazione eccessiva di un processo complesso come il linguaggio.
- Localizzazionismo rigido: L’idea di una corrispondenza biunivoca tra aree cerebrali e funzioni linguistiche è stata messa in discussione da studi successivi.
- Non considera le componenti semantiche e pragmatiche del linguaggio: Il modello si focalizza principalmente sulle componenti fonologiche e sintattiche del linguaggio, trascurando aspetti importanti come il significato e l’uso del linguaggio in contesti sociali.
I modelli contemporanei di afasia, influenzati dalle teorie linguistiche e psicolinguistiche, adottano un approccio più fine-grained, focalizzandosi sull’analisi delle unità linguistiche elementari e sulle loro interazioni. Questi modelli permettono di descrivere in modo più accurato i deficit linguistici osservati nei pazienti, tenendo conto della variabilità interindividuale e della complessità dei processi cognitivi coinvolti nel linguaggio.
Riepilogo:
- Afasie anteriori: Principalmente legate a problemi nella produzione del linguaggio.
- Afasie posteriori: Principalmente legate a problemi nella comprensione del linguaggio.
Diagnosi e Prognosi
La diagnosi di afasia richiede una valutazione neuropsicologica approfondita, volta ad analizzare in modo dettagliato le diverse componenti del linguaggio (comprensione, produzione, ripetizione, denominazione). Attraverso test standardizzati e colloqui clinici, il neuropsicologo può identificare il profilo linguistico specifico del paziente e differenziare le diverse tipologie di afasia. Parallelamente, l’esecuzione di esami di neuroimaging (TC, RMN) permette di individuare la sede e l’estensione della lesione cerebrale, fornendo importanti informazioni sulla prognosi e sulla pianificazione del trattamento riabilitativo Il trattamento più efficace per l’afasia è la logoterapia, che consiste in esercizi mirati a stimolare le funzioni linguistiche alterate.