Alfred Maury e i Primi Studi Sistematici sul Sogno

Alfred Maury e i Primi Studi Sistematici sul Sogno

Alfred Maury è stato uno studioso e medico francese del XIX secolo. Maury utilizzò il metodo soggettivo per studiare i propri sogni e la tecnica del risveglio provocato. Egli credeva che il sogno fosse una ricostruzione delle impressioni sensoriali e dei ricordi del soggetto durante il sonno. Maury si interessò anche delle immagini ipnagogiche, cioè le allucinazioni che si manifestano nella fase di addormentamento. Maury raccolse le sue osservazioni e le sue teorie nel libro “Le sommeil et les rêves”, che fu una delle prime opere scientifiche dedicate al fenomeno del sogno. Le sue idee furono riprese e commentate da altri studiosi, tra cui Freud e Reik.


Viaggio nel tempo e nei sogni! Esploriamo la vita di Alfred Maury, uno dei primi scienziati ad analizzare il sonno e i sogni con un approccio sperimentale e rivoluzionario. 📖 Scopri come il diario del sogno e il risveglio provocato hanno cambiato il nostro modo di studiare il sonno e i sogni.

Alfred Maury: un pioniere della ricerca sul sonno

Alfred Maury, nato nel 1817 , è stato un intellettuale francese che ha lasciato un’impronta significativa in diversi campi, dall’archeologia alla storia, fino ad arrivare agli studi sul sonno.

Dopo aver completato gli studi, Maury si dedicò alla ricerca, approfondendo ambiti come l’archeologia, le lingue antiche e moderne, la medicina e il diritto. La sua carriera fu segnata da importanti incarichi pubblici, tra cui quello di bibliotecario alle Tuileries e direttore generale degli archivi. Fu inoltre un collaboratore di Napoleone III, fornendo un prezioso contributo alla stesura della storia di Giulio Cesare.

Pioniere degli studi sul sonno Maury è particolarmente noto per le sue ricerche sul sonno, pubblicate nel 1865 nel suo libro ““Le sommeil et les rêves” (Il sonno e i sogni). In questo lavoro, Maury presentò i risultati di una serie di esperimenti pionieristici, nei quali anche lui stesso partecipò come soggetto sperimentale. In queste ricerche l’autore, si sottopose a stimoli esterni e svegliandosi in specifici momenti del sonno, cercò di comprendere come si formassero i sogni e quale fosse la loro collocazione temporale all’interno del sonno e nelle fasi addormetamento e risveglio.

Ora che il pubblico conosce il mio metodo ed è nella confidenza del mio temperamento, mi presenterò davanti a lui ora assopito ora addormentato, e gli dirò ciò che mi accade allora. (Maury, 1865)

Le sue osservazioni furono fondamentali per sfatare l’idea che i sogni si svolgessero in modo continuo durante il sonno e per dimostrare che erano fenomeni episodici, legati a particolari fasi del sonno. Maury ipotizzò che i sogni fossero il risultato di una rielaborazione di ricordi e di stimoli esterni, un’idea che anticipò alcune delle teorie freudiane.

Il sogno della ghigliottina Un episodio particolarmente famoso legato alle ricerche di Maury è quello del suo “sogno della ghigliottina”. Questo sogno, descritto in dettaglio nei suoi lavori, divenne un caso di studio per molti psicologi e psichiatri, tra cui Sigmund Freud e Theodor Reik. Maury utilizzò questo esempio per illustrare come un sogno lungo e complesso potesse svilupparsi in una frazione di secondo al momento del risveglio, un’ipotesi che trova ancora oggi riscontro in alcune ricerche neurobiologiche.

L’eredità di Maury Le ricerche di Alfred Maury hanno rappresentato un punto di svolta negli studi sul sonno e sui sogni. Le sue osservazioni e le sue teorie hanno influenzato generazioni di ricercatori e hanno aperto la strada a nuovi filoni di indagine. Sebbene molte delle sue idee siano state successivamente riviste alla luce delle nuove conoscenze, il suo contributo pionieristico rimane innegabile.

Nel suo libro Somnul și visele (1911), Vaschide riconosce a Maury il merito di aver avviato l’indagine sistematica sul sogno. L’autore francese, infatti, fu il primo a usare il metodo soggettivo dello studio del sonno. Il suo metodo era basato sull’utilizzo del diario del sogno, una tecnica diaristica sui propri sogni.

Nicolas Vaschide: un pioniere della psicologia sperimentale
Nato a Buzau, in Romania, il 19 dicembre 1874, Nicolas Vaschide si è distinto come uno dei più brillanti allievi e collaboratori di Alfred Binet, il padre della moderna psicometria.
Formazione e carriera Dopo aver completato gli studi secondari a Bucarest, Vaschide si trasferì a Parigi dove si immerse nel mondo della psicologia sperimentale. Sotto la guida di Binet, approfondì le sue conoscenze e iniziò a collaborare a diverse ricerche, dimostrando un particolare interesse per i meccanismi del sonno e dei sogni.
Nel 1901, pubblicò “Psicologia dei sogni”, un’opera pionieristica che anticipava alcuni dei concetti che sarebbero stati poi sviluppati dalla psicoanalisi. Vaschide si interessò anche alla chiromanzia, collaborando con la chiromante Madame Fraya e scrivendo un’ampia opera sulla storia della mano.
Un lascito importante A Villejuif, Vaschide entrò a far parte del laboratorio di psicologia sperimentale diretto da Edouard Toulouse, dove lavorò a stretto contatto con altri giovani ricercatori come Henri Piéron. Insieme, pubblicarono importanti opere sulla tecnica della psicologia sperimentale, contribuendo a consolidare questa disciplina.
Purtroppo, la sua brillante carriera fu interrotta prematuramente dalla morte, avvenuta a Parigi nel 1907, all’età di soli 32 anni. Nonostante la sua breve vita, Vaschide lasciò un’impronta significativa nel campo della psicologia, in particolare nello studio del sonno, dei sogni e della percezione.
Un ponte tra Romania e Francia Vaschide rappresentò un importante ponte tra la Romania e la Francia, contribuendo a diffondere le nuove teorie psicologiche nel suo paese d’origine. Le sue opere, pubblicate sia in francese che in rumeno, sono ancora oggi oggetto di studio e rappresentano una testimonianza del suo genio precoce e della sua passione per la ricerca scientifica.
Pubblicazioni principali:
Psicologia dei sogni (1901): un’opera pionieristica sullo studio dei sogni, che anticipa alcuni concetti della psicoanalisi.
Tecnica di psicologia sperimentale (1904, in collaborazione con Édouard Toulouse e Henri Piéron): un manuale fondamentale per la ricerca in psicologia.
Saggio sulla psicologia della mano (1909): un’opera completa sulla chiromanzia, frutto di una lunga collaborazione con Madame Fraya.
Psihologia atenției (1910, in collaborazione con R. Meunier): un’opera dedicata allo studio dell’attenzione.
Somnul și visele (1911): un’opera in lingua rumena sui sogni e sul sonno.
Fonte: Wiki in Francese

Maury introdusse anche la tecnica del risveglio provocato. Questa tecnica consistente nel far svegliare il soggetto da una persona (il ricercatore) in momenti specifici dell’episodio di sonno, per verificare il ricordo dell’attività onirica.

In questo modo, Maury cercava di cogliere il sogno sul nascere, quando:

la memoria del sogno al quale sono stato improvvisamente strappato è ancora presente nella mia mente, nella freschezza stessa dell’impressione” (Maury, 1865).

Secondo l’autore, l’analisi del sogno si basava sull’introspezione. Dopo un intervento esterno atto a svegliare il soggetto (risveglio provocato), il seguito dell’esperimento era affidato alla capacità soggettiva di riferire e valutare la propria attività onirica.

Le immagini ipnagogiche e ipnopompiche

Maury considerava il sogno come un fenomeno legato ad alcune fasi del sonno. In particolare, egli studiò la fase di addormentamento, in cui si manifestano le immagini ipnagogiche, e quella di risveglio, in cui appaiono le immagini ipnopompiche.

Le immagini ipnagogiche sono delle allucinazioni che si manifestano durante la fase di addormentamento e che presentano alcune caratteristiche distintive:

  • La loro comparsa è vissuta come spontanea ed intrusiva (McKellar, 1957). Maury le paragonò all’improvviso manifestarsi di volti nell’oscurità, come se fossero proiettati su uno schermo.
  • Sono vissute passivamente. Leaning (1925), McKellar e Simpson (1954) le assimilarono ad una rappresentazione drammatica di fronte alla quale il soggetto si comporta da spettatore, senza poter intervenire o modificarle.
  • Sono vissute con il carattere concreto e vivido della cosa vista e non semplicemente immaginata (Bertini, 1968). Il soggetto ha la sensazione di assistere a una realtà oggettiva e non a una fantasia soggettiva.
  • Vengono localizzate nello spazio esterno (McKellar e Simpson, 1954). Il soggetto percepisce le immagini come se fossero fuori da sé e non dentro la sua mente.
  • Interessano tutti i campi dell’attività sensoriale. Le immagini ipnagogiche possono coinvolgere tutti i sensi, anche se il più coinvolto è quello visivo.
  • Sono descritte allucinazioni visive (Maury, 1848, Leaning, 1925, Foulks e Vogel, 1965, Bertini, 1968, Bosinelli e Molinari, 1968). Possono assumere la forma di flashes di colori, luci disegni geometrici, strutture astratte e amorfe, linee colorate, oggetti statici, volti spesso grotteschi dall’aspetto sinistro e minaccioso, visi dall’espressione piacevole e sorridente, paesaggi dotati di inusuale bellezza. Queste allucinazioni visive sono chiamate anche ipnagogiche.(Dali, 1972).
  • Le allucinazioni acustiche possono essere rappresentate dal semplice sentirsi chiamare per nome (Maury, 1848, Leaning, 1925), oppure dal colloquio fra due persone (Leaning, 1925), o, infine, da suoni o brani musicali anche di struttura assai complessa (McKellar, 1957). Queste allucinazioni acustiche possono essere accompagnate o meno da quelle visive.
  • Possono manifestarsi anche allucinazioni tattilo-cenestetiche (McKellar e Simpson, 1954), descritte come sensazioni di galleggiamento, di caduta nel vuoto, di torsione del corpo e simili (Bertini, 1968). Queste allucinazioni tattilo-cenestetiche possono essere correlate a stimoli esterni o interni al corpo.
  • Sebbene assai più rare sono riportate in letteratura anche allucinazioni ipnagogiche di carattere termico (McKellar, 1957), olfattivo (Leaning, 1925; McKellar, 1957) e gustativo (Leaning, 1925). Queste allucinazioni termiche, olfattive e gustative sono solitamente isolate e non associate ad altre forme sensoriali.
Somiglianze: Entrambe le tipologie di immagini condividono caratteristiche simili: sono spontanee, vissute passivamente e con un forte senso di realtà. Inoltre, possono coinvolgere tutti i sensi e presentarsi in diverse forme.
Differenze: La principale differenza sta nella fase del sonno in cui si manifestano: le immagini ipnagogiche compaiono durante l’addormentamento, mentre quelle ipnopompiche durante il risveglio.
Osservazioni aggiuntive: Le immagini ipnagogiche e ipnopompiche possono essere associate a fenomeni come la paralisi del sonno. Queste esperienze possono essere particolarmente intense e vivaci, al punto da spaventare alcune persone.

Il sogno come combinazione di impressioni sensoriali e ricordi.

I primi studi sperimentali sul sogno si sono occupati di capire quali sono i processi che portano alla formazione del sogno e in particolare come vengono inclusi nel sogno i materiali stimoli provenienti dal contesto. Questi studi si basano sull’ipotesi che i sogni siano il risultato di una combinazione di impressioni sensoriali provenienti dall’interno o dall’esterno del corpo durante il sonno e di ricordi o fantasie del soggetto.

Secondo Maury, i sogni non sono altro che una ricostruzione delle impressioni arrivate alla mente dall’interno o dall’esterno durante il sonno: queste impressioni si associano ai ricordi del soggetto e creano i sogni.

Mi ricordo di essermi addormentato, una volta, durante l’infanzia, a causa del gran caldo. Sognai che mi avevano messo la testa su un’incudine e che la martellavano con colpi ripetuti. Nel sogno sentivo molto distintamente il rumore dei pesanti martelli. Ma per uno strano effetto, invece di essere frantumata, la mia testa si scioglieva in acqua: si sarebbe potuto dire che fosse fatta di cera molle. Mi sveglio e sento il volto inondato di sudore, traspirazione che non era dovuta che al grande calore. Ma la cosa più notevole è che sento in un cortile vicino, abitato da un maniscalco i colpi molto reali di martelli. Senza dubbio era stato quel suono ad essere trasmesso dalle mie orecchie al mio animo intorpidito”.

Salvador Dalì. Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio

Il sogno tra scienza e arte: la visione di Alfred Maury

I sogni della ghigliottina di Alfred Maury ha ispirato il pittore Salvador Dalì, che era un artista surrealista affascinato dal mondo onirico. Dalì lesse il racconto del sogno di Maury nel libro di Freud “L’interpretazione dei sogni” e ne rimase colpito.

Dalì dipinse un quadro intitolato “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” (1944 vedi immagine in evidenza), in cui rappresentò la scena del sogno di Maury con elementi simbolici tipici del suo stile.

Nel quadro si vede una donna sdraiata su un letto, con una tigre che le salta addosso dal ventre di una melagrana, mentre un’ape le ronza vicino all’orecchio. Questi elementi rappresentano gli stimoli esterni che hanno provocato il sogno della ghigliottina. Dalì voleva mostrare come il sogno fosse una creazione della mente che mescola realtà e immaginazione.

Approfondimento: Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio
In questa “fotografia onirica dipinta a mano” – così Dalí descriveva i suoi dipinti – vediamo un paesaggio marino con orizzonti lontani e un mare calmo, probabilmente Port Lligat, in cui Gala è ancora una volta la protagonista. Accanto al suo corpo nudo dormiente, sospeso sopra una roccia piatta, che a sua volta galleggia sul mare, Dalí collocò due gocce d’acqua sospese e una melagrana, simbolo cristiano di fertilità e resurrezione. Sopra di essa si libra un’ape, insetto che tradizionalmente simboleggiava la Vergine Maria. Il ronzio dell’ape diventa un sogno nella mente di Gala, in cui la melagrana esplode e lancia fuori un enorme pesce, dal quale emergono due feroci tigri e una baionetta, che un attimo dopo pungerà Gala nel braccio. Sopra di loro, un elefante dalle lunghe zampe da fenicottero, che compare anche in altre opere dell’artista di quel periodo, porta sulla schiena un obelisco (come l’elefante del Bernini in Piazza Santa Maria sopra Minerva a Roma), simbolo del potere papale.
Christopher Green (1995) ha analizzato attentamente la relazione tra questa immagine e gli scritti di Freud sull’interpretazione dei sogni, fondamentali per comprendere il lavoro di Dalí. Non è un caso che il “metodo paranoico-critico” – inventato da Dalí sulla base dell’interpretazione dei sogni di Freud e in cui ogni immagine o associazione di immagini poteva avere una doppia interpretazione – sia stato il contributo più importante dell’artista al Surrealismo.
In questo sogno, che si svolge alla luce del giorno, Dalí si proponeva, come spiegò nel 1962, “di esprimere per la prima volta in immagini la scoperta di Freud del sogno tipico con una narrazione lunga, conseguenza dell’istantaneità di un evento fortuito che provoca il risveglio del dormiente. Così come una barra potrebbe cadere sul collo di una persona addormentata, causandone il risveglio e concludendo un lungo sogno con la caduta della lama di una ghigliottina, il ronzio dell’ape qui provoca la sensazione della puntura che sveglierà Gala. (Modificato da: Paloma Alarcó)

Bibliografia:

L.- F. Alfred Maury Le sommeil et les rêves. France   1865

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Pubblicato da altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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