Tutti gli esseri umani, per loro stessa natura, sono spinti da un innato desiderio di conoscenza che li porta a ricercare la comprensione profonda della realtà. Questo anelito verso il sapere si manifesta in diverse forme, ognuna delle quali rappresenta un gradino nella scala della conoscenza umana. Aristotele, nella sua opera “Metafisica”, delinea un percorso dettagliato di questa ascesa intellettuale, identificando i gradi che conducono alla vetta della conoscenza metafisica.
1. Sensazione:
Il primo gradino è rappresentato dalla sensazione, la facoltà che ci permette di cogliere le caratteristiche immediate degli oggetti che ci circondano. Attraverso i sensi, percepiamo il “che” delle cose, ovvero le loro proprietà superficiali come forma, colore, temperatura e sapore. La sensazione, tuttavia, non ci fornisce una conoscenza completa degli oggetti, in quanto non ne svela le cause profonde o il loro significato intrinseco.
2. Vista:
Tra i sensi, Aristotele attribuisce un ruolo preminente alla vista. Rispetto agli altri sensi, la vista offre una percezione più precisa e dettagliata degli oggetti, permettendoci di cogliere le differenze tra di essi con maggiore accuratezza. La vista, dunque, rappresenta un passo importante verso una conoscenza più profonda della realtà.
3. Udito:
L’udito, a sua volta, gioca un ruolo fondamentale nell’acquisizione del sapere. Attraverso l’udito, riceviamo informazioni e insegnamenti da altri individui, ampliando la nostra conoscenza oltre i limiti della percezione sensoriale diretta. Per Aristotele, la trasmissione del sapere avviene principalmente attraverso la comunicazione orale, con l’udito che assume un ruolo centrale in questo processo.
4. Memoria:
La memoria svolge una funzione cruciale nel consolidare la conoscenza acquisita attraverso i sensi e l’udito. Essa ci permette di conservare le informazioni ottenute anche quando gli oggetti che le hanno generate non sono più presenti davanti a noi. La memoria, in questo modo, ci consente di costruire un bagaglio di conoscenza che può essere utilizzato per comprendere il mondo che ci circonda.
5. Esperienza:
L’esperienza, intesa come l’accumulo di numerosi ricordi relativi alla stessa cosa, rappresenta un gradino ulteriore nella scala del sapere. Attraverso l’esperienza, non ci limitiamo a conservare informazioni isolate, ma riusciamo a cogliere connessioni e relazioni tra di esse, sviluppando una conoscenza più generale e completa.
6. Tecnica (τέχνη):
Dall’esperienza emerge la tecnica, ovvero la capacità di applicare la conoscenza acquisita per raggiungere determinati scopi pratici. La tecnica, secondo Aristotele, si distingue dalla conoscenza puramente teorica per il suo carattere universale. Una tecnica, infatti, non si limita a risolvere un problema specifico, ma mira a fornire una soluzione efficace e replicabile a una categoria generale di problemi.
Un esempio di tecnica, secondo Aristotele, è la medicina. Quando la medicina raggiunge il livello di “tekne”, non si limita a curare un singolo individuo, ma stabilisce principi universali che permettono di guarire ogni persona affetta da una certa malattia.
Chi ha solo l’esperienza non sa il perché, mentre chi possiede la tecnica conosce la causa della malattia
Secondo il filosofo greco, l’esperienza, pur essendo un bagaglio di informazioni prezioso, non è sufficiente a comprendere le cause profonde dei fenomeni. Solo la tecnica, intesa come metodo razionale e sistematico di applicazione della conoscenza, permette di svelare le ragioni che soggiacciono agli eventi e di intervenire su di essi in modo efficace.
L’esperienza come base empirica:
L’esperienza rappresenta il fondamento di ogni conoscenza. Attraverso i sensi e l’interazione con il mondo, accumuliamo informazioni e osservazioni che ci permettono di formare una prima comprensione della realtà. L’esperienza, tuttavia, ha dei limiti intrinseci. Essa ci fornisce una conoscenza frammentaria e superficiale, limitandosi a descrivere i “che” delle cose, ovvero le loro caratteristiche esteriori. Non è in grado, però, di spiegarne i “perché”, le cause profonde che determinano i fenomeni.
La tecnica come strumento di conoscenza razionale:
La tecnica sorge proprio dall’esigenza di superare i limiti dell’esperienza. Essa rappresenta un insieme di metodi e procedure razionali che permettono di organizzare e sistematizzare la conoscenza acquisita attraverso l’esperienza. La tecnica non si limita a descrivere i fenomeni, ma ne indaga le cause, i principi sottostanti che li regolano. In questo modo, la tecnica permette di intervenire sulla realtà in modo mirato e consapevole, trasformandola e adattandola ai propri bisogni.
Le prime tecniche: utilità e sopravvivenza:
Le prime tecniche sviluppate dall’uomo, come quelle relative alla caccia, all’agricoltura e alla costruzione di utensili, erano motivate da esigenze primarie di sopravvivenza. Il loro scopo era quello di soddisfare i bisogni fondamentali dell’uomo, come procurarsi cibo, riparo e sicurezza. Queste prime tecniche rappresentavano un’applicazione diretta dell’esperienza, tradotta in metodi pratici per affrontare le sfide quotidiane.
Le arti: piacere e diletto oltre l’utilità:
Con il progredire della civiltà e il soddisfacimento dei bisogni primari, emersero nuove forme di tecnica, definite da Aristotele come “arti”. Le arti, a differenza delle prime tecniche orientate all’utilità, avevano come scopo principale il piacere e il diletto. Tra le arti, Aristotele annoverava la musica, la pittura, la poesia e la scultura. Queste forme di espressione artistica non miravano a risolvere problemi pratici, ma piuttosto a suscitare emozioni, a dare forma alla bellezza e a esplorare la dimensione spirituale dell’esistenza umana.
Sofia: il sapere più alto per il conoscere
Al di sopra di tutte le tecniche, Aristotele colloca la Sofia, ovvero la conoscenza fine a se stessa, il sapere più alto che ha come oggetto le cause prime di tutte le cose. La Sofia rappresenta la ricerca disinteressata della verità, la contemplazione razionale dei principi universali che reggono il cosmo. Per raggiungere questo livello di conoscenza, secondo Aristotele, è necessario possedere la “scolé”, ovvero il tempo libero dedicato allo studio e alla riflessione. Soltanto liberandosi dalle esigenze quotidiane e dalle preoccupazioni materiali, l’uomo può dedicarsi alla ricerca filosofica e alla contemplazione della verità.
Conclusione:
La tecnica è uno strumento per comprendere le cause profonde dei fenomeni e per intervenire sulla realtà in modo consapevole. La tecnica, però, non rappresenta il fine ultimo della conoscenza. Al di sopra di essa si colloca la Sofia, il sapere disinteressato che mira a svelare i misteri dell’universo e a contemplare la bellezza della verità. La ricerca della Sofia richiede tempo, dedizione e la liberazione dalle contingenze quotidiane. Solo attraverso la riflessione filosofica e la contemplazione razionale l’uomo può raggiungere il livello più alto della conoscenza, cogliendo l’essenza delle cose e il senso profondo dell’esistenza.