ritmo circadiano

I Disturbi del Ritmo Sonno Veglia si presentano quando i ritmi biologici sono desincronizzati rispetto ai principali sincronizzatori esterni naturali come il ciclo luce/buio.  Questo disturbo può essere transitorio, quando s’instaura a causa di fattori esogeni, come un viaggio occasionale transoceanico. Può assumere anche caratteristiche persistenti in determinati contesti lavorativi e a causa di fattori endogeni che si possono instaurare nell’età giovanile e anziana.


Disturbi del Ritmo Sonno Veglia: cause esogene

I Disturbi del Ritmo Sonno Veglia determinati da cause esogene possono essere classificati in transitori e persistenti. I primi,comprendono la Jet lag syndrome, dovuta dal rapido cambiamento del fuso orario che si verifica nei viaggi aerei intercontinentali.
La desincronizzazione dei ritmi biologici con il ritmo luce/buio può provocare sensazione di malessere, irritabilità, difficoltà digestive e presenza di sonnolenza in periodi non opportuni.
L’intensità del disturbo dipende dalla direzione in cui si viaggia: è, infatti, meno disturbante e richiede meno adattamento viaggiare verso ovest rispetto  a viaggiare verso est. L’allungamento del giorno è più tollerato rispetto al suo accorciamento, e questo concorda coi risultati degli esperimenti condotti in condizione di isolamento che hanno mostrato che l’orologio biologico ha una periodicità leggermente superiore alle 24 ore.

I Disturbi del Ritmo Sonno Veglia a caratterre persistente possono essere determinati da cause esogene, cioè esterne al soggetto, come accade nel lavoro degli equipaggi di aerei transcontinentali. In questa condizione, il lavoratore oltre ad avere lunghi periodi di servizio deve modificare molte volte il fuso orario. Il sonno dell’equipaggio, risulta, perciò molto disturbato sia per la durata sia per gli orari in cui è permesso.
Anche nel caso dello shift-work (lavoro a turni) accade qualcosa di simile.  Infatti, i turni di lavoro in Europa generalmente sono di 8 ore e si alternano tra le 22-6, 6-14 e tra le 14 e le 22. Il turno notturno è quello che determina  maggior disagi: sonnolenza, stanchezza, deterioramento delle prestazioni psico-fisiche che sono presenti soprattutto durante le ultime ore del turno.
Il lavoratore notturno, inoltre, colloca il suo sonno nelle ore diurne,  in momento circadiano non favorevole al riposo, caratterizzato, infatti, da un aumento della temperatura corporea e dell’asse HPA  che si traduce in un aumento di cortisolo. Il sonno diurno è definito come meno riposante ed è oggettivamente più breve, più frammentato e meno ricco di stadio 4 e REM.
Anche il sonno degli astronauti è particolare perché avviene in una condizione di assenza del ritmo luce/buio determinando una desincronizzazione dei ritmi biologici.. (Mallis MM, DeRoshia CW, 2005)

Disturbi del Ritmo Sonno Veglia: cause endogene

Considerando le  cause endogene, troviamo la Sindrome da fase posticipata del sonno  e la Sindrome da fase anticipata del sonno. Anche se non è del tutto chiara la causa di questi disturbi, sembrano essere determinati da una disfunzione dell’orologio biologico endogeno che non è in grado di ripondere correttamente ai sincronizzatori estermi come accade in condizione normali.

In particolare, la  Sindrome da fase posticipata del sonno (o Delayed sleep phase syndrome, DSPS), si caratterizza per uno spostamento in avanti di 4-5 ore del ritmo sonno/veglia rispetto al rtimo luce/buio. Il paziente, infatti, ha difficoltà ad  addormentarsi prima delle prime ore del mattino. Inoltre,  l’ora dell’addormentamento è costante anche se il soggetto è privato di sonno e la durata dell’episodio di sonno è normale di 7-8 ore.
Di solito questa sindrome si consolida in individui giovani, spesso studenti, che non sono vincolati da rigidi programmi di lavoro e tende a  scomparire successivamente. Però in alcuni casi può assumere caratteristiche persistenti e durare per tutta la vita.

La Sindrome da fase anticipata del sonno (o Advanced sleep phase disorder, ASPD) consiste, invece, in un anticipo di fase del ritmo sonno/veglia.
In genere, ne sono affette persone di mezza età o anziane che denunciano un impellente bisogno di coricarsi presto la sera (non oltre le 21) e si svegliano all’alba (non oltre le 5). E’ meno disturbante rispetto alla sindrome da fase posticipata del sonno in quanto non influenza le attivitò lavorative e sociali.

Questii dsiturbi generalmente sono trattati attraverso la terapia della luce che si basa sulla somministrazioni di luce per cercare di risincronizzare i ritmi endogeni circadiani. La luce, infatti, stimola il nucleo soprachiasmatico ipotalamico che è il principale orologio endogeno. Perciò, è importante somministrare la luce ad  una certa frequenza (bianco-blu), e in determinati momenti della giornata per cercare di allungare o accorciare il ritmo circadiano endogeno.

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By altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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