Il sonno è un fenomeno complesso che si modifica nei primi mesi di vita del bambino, in relazione ai processi di maturazione del sistema nervoso. Il 2° mese è un momento cruciale perché si verifica la “vera” nascita del sonno, con la comparsa dei fusi del sonno (una forma di attività elettrica cerebrale), la scomparsa del tracciato alternante (un tipo di attività elettrica tipica del neonato), l’organizzazione oculare nel sonno attivo, la prevalenza del sonno notturno e l’aumento del sonno calmo.

Tra il 3° e l’8° mese si sviluppa una sequenza temporale del sonno simile a quella dell’adulto, con la comparsa del tracciato theta (un’altra forma di attività elettrica cerebrale) e delle onde delta (le onde cerebrali più lente e profonde). Dopo il 2° mese coesistono due tipi di sonno: il SWS (“nuovo”), caratterizzato dalle onde delta, e il sonno calmo (“vecchio”), caratterizzato dai fusi. Nel II semestre di vita si allungano il ciclo sonno calmo/sonno attivo, la quantità di sonno calmo e la durata degli episodi di sonno non interrotti. L’evoluzione verso la ritmicità monofasica (un solo episodio di sonno al giorno) è legata alla difficoltà a iniziare il sonno nella zona proibita per il sonno, tra le 18 e le 20.

Dopo il primo anno di vita, il sonno notturno inizia a comporsi di 1-2 episodi con poche interruzioni e si avvicina alle caratteristiche del sonno adulto. Il sonno attivo mostra movimenti oculari rapidi (REM) e il sonno ad onde lente (SWS) è prevalente nella prima parte della notte. Il sonno REM diminuisce e precede spesso i risvegli. I cicli di sonno si allungano e si regolarizzano con l’età. I risvegli notturni diminuiscono sono influenzati anche dalle cure parentali.


Da una condizione di motilità indifferenziata ai primi stati comportamentali

I bambini nati prima del termine non hanno una distinzione netta tra il sonno e la veglia, ma solo una continua attività motoria. Questa è una condizione indifferenziata tipica della fase prenatale. Successivamente si forma il ciclo base di attività e riposo (BRAC), in cui la motilità si divide in due tipi: sonno attivo e veglia di necessità. Inoltre, si distinguono dei periodi di quiete che corrispondono al sonno calmo. Nel neonato nato a termine, il sonno si compone di sonno attivo, sonno calmo e sonno ambiguo. Il sonno attivo occupa circa la metà del tempo totale di sonno, mentre il sonno ambiguo circa il 20%. Il ritmo veglia-sonno del neonato è polifasico, cioè si alternano episodi brevi di dormire e stare sveglio durante il giorno. Il neonato tende ad addormentarsi in sonno movimentato.

Caratteristiche del ritmo sonno veglia nel corso del primo anno di vita (fino a 12 mesi)

La nascita del sonno: il 2° mese.

Il 2° mese rappresenta un momento di svolta nello sviluppo del sonno. Infatti,avvengono cambiamenti così importanti che hanno fatto affermare a Prechtl (1986) che la “vera” nascita del sonno” si situa in quest’epoca. Inoltre, questa età è importante per lo sviluppo del bambino, sia dal punto di vista neurologico che biologico. A questa età, infatti, si verifica lo sviluppo del controllo motorio e della coordinazione visuo-motoria (Wolff, 1987), oltre che la caratterizzazione delle ritmicità endogene circadiane.

Le principali modificazioni del sonno che rigurdano “la svolta del 2 mese” comprendono la:

  • Comparsa dei fusi del sonno (ritmo sigma).
  • Scomparsa del tracciato alternante.
  • Organizzazione oculare nel corso del sonno attivo che diviene simile a quella dell’adulto.
  • Prevalenza del sonno nel periodo notturno rispetto a quello diurno
  • Aumento del sonno calmo che progressivamente diventa lo stato di sonno in cui il bambino si addormenta.

Struttura del sonno nel secondo semestre di vita

Tra il 3° e l’ 8° mese si sviluppa una sequenza temporale del sonno simile all’adulto:

  1. Comparsa del tracciato theta (Stadio 1 di sonno)
  2. Comparsa del tracciato theta con i fusi e complessi K (Stadio 2 di sonno)
  3. e progressiva  predominanza di onde delta (SWS: stadio 3 e 4 del sonno).

Dopo il secondo mese di sviluppo si assite perciò alla comparsa del SWS (“nuovo” – organizzato -) ogni 100 minuti. Questo nuovo SWS inizialmente coesiste con la periodicità del sonno calmo (“vecchio” – non organizzato-).

Altre importanti modificazioni che si realizzano nel corso del II semestre di vita sono: l’allungamento del ciclo sonno calmo/sonno attivo, l’aumento della quantità del sonno calmo e l’aumento della lunghezza degli episodi di sonno non interrotti.

L’evoluzione verso la ritmicità monofasica è legata con la difficoltà a iniziare il sonno all’interno di una finestra temporale definita: zona proibita per il sonno (forbbiden zone for sleep). Questo orario si situa tra le 18 e le 20 ed è stato dimostrato nell’adulto da Lavie (1985) e sin dalle prime settimane di vita (Giganti, et al., 2001).

Caratteristiche del ritmo sonno/veglia nel corso del secondo anno (dai 12 mesi fino ai 24 mesi di vita)

All’età di 1 anno, il sonno notturno è costituito da 1-2 episodi  e caratterizzato da poche e brevi interruzioni. La modulazione  temporale delle variabili fisiologiche nel corso del sonno ha ormai assunto caratteristiche simili a quelle dell’adulto. In più, nel sonno attivo l’EOG mostra movimenti rapidi strutturate in salve. Il sonno ad onde lente è prevalente nella prima parte della notte e si assiste ad una ulteriore diminuzione del sonno REM. Inoltre. nel primo anno di vita si realizza la capacità di costruire sequenze regolari di sonno calmo- sonno attivo: ovvero i cicli di sonno.

La durata media dei cicli notturni mostra un aumento significativo nel corso del primo anno di vita (Ficca et al., 2000) . Inoltre, il miglioramento con l’età dell’organizzazione del sonno è mostrato anche dall’aumento della proporzione del tempo  totale trascorso in cicli sul tempo totale di sonno (Salzarulo e Fagioli 1999; Ficca et al., 2000).

Inoltre, si assiste ad una diminuzione del numero dei risvegli notturni. Questo processo è parallelo allo sviluppo della capacità di mantenere durate di sonno più lunghe nel corso della notte. In particolare, diminuiscono i risvegli da sonno ambiguo e da sonno REM che comunque rimane il tipo di sonno che più frequentemente precede il risveglio (stato fisiologico simile a quello della veglia).

Anche le cure parentali sembrano influenzare il numero dei risvegli notturni. Infatti, ad esempio la presenza dei genitori all’addormentamento sembra essere legata a un numero maggiore di risvegli (Adair, et al., 1991; Johnson, 1991). Un caso a parte riguarda i bambini nati pretermine che non modificano il numero dei risvegli notturni fino a che non hanno raggiunto l’età del termine.

Nel corso del secondo anno di vita oltre alle modificazioni viste precdentemente si osserva un’ulteriore diminuzione del sonno REM e della quantità del sonno nelle 24 ore. Questo è legato anche a una progressiva scomparsa dei sonnellini diurni.

Il ritmo circadiano del sonno e della veglia è sempre più stabile e sta maturando verso una periodicità monofasica. Infatti, il numero e durata dei risvegli notturni continuano a diminuire. Infine, come nell’adulto il sonno calmo si trova prevalentemente nella prima parte della notte e assume una periodicità di circa 90 minuti.


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By altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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