I bambini nati pretermine, non evidenziano una distinzione tra sonno e veglia, ma solo una motilità indifferenziata. Successivamente si forma il ciclo di base attività riposo (BRAC). La motilità si differenzia in due tipi: sonno attivo e veglia di necessità. Il sonno attivo è caratterizzato da movimenti generalizzati lenti e fluidi, mentre la veglia di necessità da movimenti ampi e vigorosi. I periodi di quiete corrispondono al sonno calmo. Il sonno del neonato nato a termine si compone di sonno attivo, sonno calmo e sonno ambiguo. Il sonno attivo occupa circa la metà del sonno totale, mentre il sonno ambiguo circa il 20%. Il ritmo sonno/veglia è polifasico, cioè si alternano episodi brevi di sonno e veglia durante la giornata. Il neonato si addormenta prevalentemente in sonno attivo. La durata totale di sonno varia a seconda delle tecniche di ricerca usate: i diari e i questionari riportano durate più lunghe rispetto all’actigrafia o alla registrazione poligrafica.
Ritmo sonno/veglia nei bambini pretermine
In particolare, prima delle 28 settimane di età gestazionale (nati pretermine) non è possibile distinguere lo stato di sonno da quello della veglia: il bambino si troverebbe in una condizione indifferenziata caratterizzata da una continua e frenetica attività motoria (Dreyfus-Brisac, 1968).
Successivamente la motilità diventa discontinua, alternandosi ad epoche di quiescenza e i periodi di motilità e quiete si alternano con una periodicità di circa 50 minuti. Questo attività ciclica è stata definita da Kleitman (1963) “Ciclo Di Base Attivita’ Riposo” (Basic Rest Acitivity Cicle – BRAC – ).
Secondo Kleitman (1963) a partire da una condizione di motilità indifferenziata, successivamente si possono discriminare due tipi di motilità che corrispondono al sonno attivo e alla veglia di necessità.
- Sonno attivo: Movimenti generalizzati lenti e fluidi, talora interrotti e/o piccoli movimenti delle estremità del corpo, possono comparire sorrisi e smorfie.
- Veglia di “necessità”: Movimenti ampi e generalizzati, di varia velocità e ampiezza, vigorosi, con scosse prolungate e pronunciati stiramenti e rotazioni.
- I periodi di quiete, invece, corrispondono al sonno calmo
La presenza di stati comportamentali, infatti, è stata rilevata anche da Curzi-Dascalova, Figueroa e altri (1993), sulla base dei cambiamenti dell’attività elettrica cerebrale e la presenza/assenza dei movimenti oculari, a partire da 27-30 settimane di gestazione.
Prechtl, invece, li ha identificati solo a partire da 36-38 settimane di gestazione. Il ricercatore nella sua ricerca ha, però, tenuto conto di un maggior numero di parametri fisiologici (movimenti oculari, ritmo cardiaco, motilità corporea, apertura chiusura palpebre, ritmo respiratorio e vocalizzi) che richiedono maggior tempo per svilupparsi in un stato comportamentale.
Caratteristiche del sonno nel neonato
Gli stati comportamentali nel neonato sono il sonno calmo ed il sonno attivo. Infine, troviamo un particolare tipo di sonno che è presente solo nelle prime epoche dello sviluppo, definito “sonno ambiguo”.
Sonno calmo
Analizzando le principali caratteristiche poligrafiche del sonno calmo si osserva:
- Elettrooculografia (EOG): Occhi chiusi e assenza di movimenti oculari
- Elettroebcefalografia (EEG) è dominato dal tracciato alternante (oppure “tracé alternant”). caratterizzato da attività EEG ciclica con periodi di alto voltaggio e bassa frequenza a cui ne seguono altri con basso voltaggio e alta frequenza.
- Elettromiografia (EMG): tono muscolare ridotto rispetto alla veglia possono comparire gli “startles” ovvero movimenti improvvisi e generalizzati che iniziano sempre dagli arti e spesso si estendono al collo e al tronco. La loro durata può variare da un secondo a pochi millisecondi. Generalmente si presentano in modo isolato, ma qualche volta possono essere presenti in successione
- Le attività neurovegetative sono regolari: il ritmo cardiaco (ECG) e respiratorio hanno frequenze inferiori rispetto alla veglia e al sonno attivo.
Per le sue caratteristiche il sonno calmo è stato definito come il precursore del sonno NREM dell’adulto, ma rispetto a quest’ultimo presenta alcune differenze. In particolare non è possibile riscontrare una modulazione delle variabili fisiologiche che costituiscono i vari stadi di sonno NREM (stadio 1,2,3,4)
Sonno attivo
Durante il Sonno Attivo, invece si osserva:
- Occhi chiusi
- EOG: i REMs (movimenti oculari rapidi) sono episodici e non organizzati in salve.
- EEG di basso voltaggio; possono comparire anche ritmicità miste (theta con delta, alpha,e beta)
- EMG: Bassa ampiezza con contrazioni fasiche e movimenti degli arti distali, smorfie sono possibili anche brevi vocalizzazioni (espressione della capacità di sognare?)
- Irregolarità del ritmo respiratorio e della frequenza cardiaca
Questo tipo di sonno rappresenta perciò il precursore del sonno REM dell’adulto, ma presenta alcune differenze rispetto a quest’ultimo, infatti, nel neonato si possono osservare movimenti corporei più o meno compelessi, mentre nell’adulto l’EMG mostra atonia muscolare. Inoltre, i movimenti oculari si presentano spesso isolati e non sono organizzati in gruppi o salve come accade.
Sonno ambiguo
Infine, per quanto riguarda il Sonno Ambiguo esistono altre terminologie per identificarlo: sonno transizionale, sonno indeterminato o ambiguo (Salzarulo, 1973; Salzarulo, Fagioli e altri, 1980).
Questo tipo di sonno occupa solo una parte del sonno e varia in funzione della maturazione del bambino e le sue caratteristiche non sono ben definibili, né del sonno calmo né di quello attivo.
La presenza di questo particolare tipo di sonno nel neonato può essere spiegata facendo riferimento al concetto di incertezza funzionale (Salzarulo et al., 1997) che corriponde all’espressione dell’incapacità dell’organismo ad organizzare le variabili fisiologiche in un insieme coerente.
Composizione e organizzazione circadiana del sonno nel neonato
Il sonno del neonato nato a termine è composto prevalentemente dal sonno attivo che riguarda circa il 40%-50% del sonno totale, dal sonno calmo che occupa circa il 40 % del sonno, e dal sonno ambiguo, che all’inizio comprende circa il 20 % del sonno totale.
Gli episodi di sonno sono generalmente di breve durata e si alternano numerose volte durante la giornata. Alla nascita sono presenti dai 6 ai 12 episodi di breve durata – da 20 a 40 minuti (Wolff, 1987)- nell’arco delle 24 ore. Gli episodi di sonno si alternano ad episodi di veglia di durate inferiori (3 – 21 minuti, media 7 minuti).
Il ritmo sonno/veglia nel neonato è perciò polifasico e si contraddistingue da quello monofasico dell’adulto – caratterizzato,invece, da un solo episodio di sonno nel corso del nictemerio. Inoltre, a differenza di quest’ultimo l’addormentamento nel neonato avviene prevalentemente in sonno attivo, o comunque questo stadio ha una breve latenza. (Schulz, et al., 1983).
Riguardo la durata totale di sonno nell’arco delle 24 ore, in letteratura i dati sono discordanti e sembrano differire in base alle tecniche di ricerca impiegate. Infatti, negli studi in cui era richiesto ai genitori o parenti di compilare dei diari e questionari sulle abitudini del sonno del neonato sono riportate quantità di sonno superiori rispetto alle ricerche che hanno impiegato tecniche più recenti di investigazione come l’actigrafia o la registrazione poligrafica. Quest’ultime hanno registrato durate complessive di sonno da 13 ore (Fagioli e Salzarulo 1982) a 15 ore (Coons e Guilleminault,1982), mentre gli studi che hanno impiegato diari e questionari riportano durate di sonno fino anche a 22 ore su 24 (Marcus, 1923; McCray, 1940; Suomalainen, 1937)