Secondo Kurt Lewin, la psicologia doveva analizzare il comportamento di un organismo come il risultato di un campo dinamico in cui agiscono e si scontrano diverse forze. Questa visione richiede di rinunciare a concepire la vita psichica in termini di strutture ed elementi isolati, e di preferire invece la descrizione delle complesse forze che influenzano l’uomo.


La teoria del campo o psicologia topologica

La concezione di Kurt Lewin  (Mogilno, 9 settembre 1890 – Newtonville, 12 febbraio 1947) è stata denominata teoria del campo o psicologia topologica. Lewin concentrò le sue ricerche sugli aspetti psicodinamici, piuttosto che, su quelli cognitivi per descrivere l’azione umana e le dinamiche dei gruppi. Questa concezione mise l’opera lewiniana in una posizione autonoma rispetto alla scuola di Berlino.

Lewin affermava che la condizione necessaria del verificarsi di un evento psichico è la presenza di energie psichiche. Esse in conseguenza della formulazione di un proposito o al presentarsi di un bisogno creano delle tensioni. Quindi, uno stimolo esterno può attivare un processo psichico che però riceve la sua energia internamente.

Il comportamento è funzione dell interazione tra la persona e l ambiente psicologico

L’attività psichica, quindi, è retta da principi dinamici di un campo di energia. Lewin spiega il comportamento con la funzione:

C= f(P;A)

Il comportamento è funzione dell interazione tra la persona (P) e l ambiente psicologico (A).

Lo spazio di vita che delimita la persona include tutti i fatti che esistono per la persona ed esclude quelli che per essa non esistono. L’ambiente psicologico è quella parte di tale spazio di vita che racchiude le persone e le loro attività gli oggetti con i quali interagiscono (interazione psicologica). Però, quando la persona passa a un’altra attività si crea una dislocazione del suo ambiente psicologico che Lewin chiama locomozione da una regione ad un’altra.

La persona comprende due principali regioni:
1. regione percettivo motoria,
2. regione interna personale.

Quest’ultima può essere divisa in altre sotto regioni che sono separate ma allo stesso tempo comunicanti tra di loro.

Al di là dello spazio di vita vi è uno spazio esterno; il mondo fisico e tra questi due spazi vi è una influenza reciproca.

Ricerche svolte a Berlino tra gli anni 30 e 40

I principi teorici elaborati da Lewin furono verificati in una serie di esperimenti svolti a Berlino tra gli anni 30.
Il primo fu condotto da una sua collaboratrice che aveva sottoposto dei compiti a dei soggetti e a metà dei quali venivano interrotti. I soggetti ricordavano meglio i compiti interrotti rispetto a quelli completati. Lewin cercò la spiegazione di questo fenomeno considerando che l’esigenza di completamento dei compiti (nel senso gestaltista per cui una forma tenda completarsi) avrebbe generato una tensione psichica che persisteva fino a che i compiti non erano completati. La tensione era la causa del ricordo di compiti interrotti. Lewin metteva così in relazione i processi cognitivi (come la memoria) con quelli dinamici (tensione).

Nel 1941 lavorò sulla frustrazione e la regressione dei bambini. In una prima fase di una ricerca, dei bambini dai 2 ai 5 anni furono portati in una stanza. Qui potevano giocare con dei giochi privi di qualche pezzo. Nonostante questo i bambini erano felici in quanto supplivano i pezzi mancanti con la fantasia. In una seconda fase, fu permesso loro di accedere nella stanza accanto dove si trovavano giocattoli integri. Anche in questa fase, bambini continuarono ad essere contenti e a divertirsi con i giochi. Nella terza fase, le stanze furono divise: una parte conteneva i giochi integri e l’altra parte giochi a cui mancavano delle parti. In questa fase, i bambini potevano giocare solo con i giochi rotti. Questa volta, però, la vista dei giocattoli integri bloccò l’attività fantasiosa e i bambini più grandi regredirono a un comportamento simile a quello dei più piccoli.

La dinamicità di gruppo e la ricerca azione

Le branche principali avviate da Lewin furono due: la dinamicità di gruppo e la ricerca azione detta anche ricerca attiva o partecipante. Il gruppo, che costituiva l’unità di analisi della psicologia sociale, era definito in modo gestaltista e dinamico come qualcosa di più o di diverso dalla semplice somma dei suoi membri. Ha una struttura propria e fini peculiari. Quel che ne costituisce l’essenza è la loro interdipendenza. Infatti, un cambiamento di stato di una sua parte, interessa lo stato di tutte le altre.

La ricerca azione fu indirizzata allo studio di problemi sociali concreti e alle strategie d’intervento. Per realizzare ciò, nel 1947 sono fondati i training groups. Questi sono gruppi di formazione legati alla progettazione e alla soluzione dei problemi e conflitti sociali in un clima di cooperazione democratica da maturarsi nel gruppo.

Lewin riteneva fondamentale il passaggio della psicologia dalla concezione aristotelica a quella galileiana. La scienza aristotelica è classificatoria,  infatti, si dedicava all’elenco degli oggetti che mostravano caratteristiche comuni e alla descrizione della loro natura essenziale. La scienza galileiana è, invece, una scienza che si dedica alla formulazione delle leggi che regolano il verificarsi di un evento in funzione di alcune variabili definite. Secondo Lewin, la psicologia era ancora allo stadio della scienza aristotelica, infatti, era classificatoria e suddivideva la vita psichica in campi separati. Ricercava caratteristiche comuni senza un accordo tra i vari campi e le varie classi di comportamento. La nuova psicologia di stampo galileiano, quindi, doveva prefiggersi la ricerca di leggi generali che consentissero di integrare i mondi psichici separati e permettere di predire anche il verificarsi di casi individuali.

Secondo questa concezione, la nuova impostazione galileiana, in psicologia, ha dimostrato che la dinamica dei processi non deve essere derivata solo dai singoli elementi della percezione, ma dalla struttura complessiva. La dinamica della percezione non può essere compresa solo attraverso il metodo aristotelico che porta ad escludere la situazione, ma anche grazie all’analisi di una forma definita nell’ambito di un contesto.

In conclusione, il significato storico delle ricerche di Lewin è da ritrovarsi nel tentativo di studiare in modo integrato i processi dinamici e cognitivi in situazioni concrete, e non nell’ambiente innaturale di laboratorio. Kurt Lewin, inoltre, ha il merito di aver collocato queste ricerche in un’ottica di intervento, mostrando l’uomo come un complesso di energie e  attribuendoli dei bisogni psicologici.

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By altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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