Secondo Kurt Lewin, il comportamento umano non può essere compreso analizzando solo elementi isolati come sensazioni, pensieri o emozioni, ma deve essere visto come il risultato di un campo dinamico in cui molteplici forze psicologiche e ambientali interagiscono. Questa teoria, nota come “teoria del campo” o “psicologia topologica”, abbandona l’approccio statico e strutturale della psicologia tradizionale, in favore di una visione in cui l’individuo è immerso in uno spazio di vita (o “Lebensraum”), influenzato costantemente da forze interne ed esterne. Queste forze agiscono in un sistema interconnesso, in cui cambiamenti in una parte del sistema hanno ripercussioni sull’intero comportamento. Lewin riteneva che questo approccio consentisse una comprensione più profonda della dinamica tra individuo e ambiente, permettendo di predire e spiegare comportamenti concreti in contesti reali.
Parliamo di:
La teoria del campo o psicologia topologica
Kurt Zadek Lewin, nato nel 1890 in Polonia, è considerato uno dei padri fondatori della psicologia sociale. La sua influenza è stata fondamentale nello sviluppo di questa disciplina, e le sue teorie continuano a essere studiate e applicate oggi. (Foto da en.wikipedia.org.)
La concezione di Kurt Lewin (Mogilno, 9 settembre 1890 – Newtonville, 12 febbraio 1947) è stata denominata teoria del campo o psicologia topologica. Lewin concentrò le sue ricerche sugli aspetti psicodinamici, piuttosto che, su quelli cognitivi per descrivere l’azione umana e le dinamiche dei gruppi. Questa concezione mise l’opera lewiniana in una posizione autonoma rispetto alla scuola di Berlino.
Psicodinamica e Teoria del Campo
Lewin affermava che la condizione necessaria del verificarsi di un evento psichico è la presenza di energie psichiche. Esse in conseguenza della formulazione di un proposito o al presentarsi di un bisogno creano delle tensioni. Quindi, uno stimolo esterno può attivare un processo psichico che però riceve la sua energia internamente.
L’attività psichica, quindi, è retta da principi dinamici di un campo di energia. Lewin spiega il comportamento con la funzione:
C= f(P;A)
Il comportamento è funzione dell interazione tra la persona (P) e l ambiente psicologico (A).
Lo Spazio di Vita e l’Ambiente Psicologico
Lo spazio di vita che delimita la persona include tutti i fatti che esistono per la persona ed esclude quelli che per essa non esistono. L’ambiente psicologico è quella parte di tale spazio di vita che racchiude le persone e le loro attività gli oggetti con i quali interagiscono (interazione psicologica). Però, quando la persona passa a un’altra attività si crea una dislocazione del suo ambiente psicologico che Lewin chiama locomozione da una regione ad un’altra.
La persona comprende due principali regioni:
1. regione percettivo motoria,
2. regione interna personale.
Quest’ultima può essere divisa in altre sotto regioni che sono separate ma allo stesso tempo comunicanti tra di loro.
Al di là dello spazio di vita vi è uno spazio esterno; il mondo fisico e tra questi due spazi vi è una influenza reciproca.
Ricerche a Berlino negli anni ’30 e ’40
I principi teorici elaborati da Lewin furono verificati in una serie di esperimenti svolti a Berlino tra gli anni 30.
Il primo fu condotto da una sua collaboratrice che aveva sottoposto dei compiti a dei soggetti e a metà dei quali venivano interrotti. I soggetti ricordavano meglio i compiti interrotti rispetto a quelli completati. Lewin cercò la spiegazione di questo fenomeno considerando che l’esigenza di completamento dei compiti (nel senso gestaltista per cui una forma tenda completarsi) avrebbe generato una tensione psichica che persisteva fino a che i compiti non erano completati. La tensione era la causa del ricordo di compiti interrotti. Lewin metteva così in relazione i processi cognitivi (come la memoria) con quelli dinamici (tensione).
Nel 1941 lavorò sulla frustrazione e la regressione dei bambini. In una prima fase di una ricerca, dei bambini dai 2 ai 5 anni furono portati in una stanza. Qui potevano giocare con dei giochi privi di qualche pezzo. Nonostante questo i bambini erano felici in quanto supplivano i pezzi mancanti con la fantasia. In una seconda fase, fu permesso loro di accedere nella stanza accanto dove si trovavano giocattoli integri. Anche in questa fase, bambini continuarono ad essere contenti e a divertirsi con i giochi. Nella terza fase, le stanze furono divise: una parte conteneva i giochi integri e l’altra parte giochi a cui mancavano delle parti. In questa fase, i bambini potevano giocare solo con i giochi rotti. Questa volta, però, la vista dei giocattoli integri bloccò l’attività fantasiosa e i bambini più grandi regredirono a un comportamento simile a quello dei più piccoli.
Psicologia di Gruppo e Ricerca-Azione
Le branche principali avviate da Lewin furono due: la dinamicità di gruppo e la ricerca azione detta anche ricerca attiva o partecipante. Il gruppo, che costituiva l’unità di analisi della psicologia sociale, era definito in modo gestaltista e dinamico come qualcosa di più o di diverso dalla semplice somma dei suoi membri. Ha una struttura propria e fini peculiari. Quel che ne costituisce l’essenza è la loro interdipendenza. Infatti, un cambiamento di stato di una sua parte, interessa lo stato di tutte le altre.
La ricerca azione fu indirizzata allo studio di problemi sociali concreti e alle strategie d’intervento. Per realizzare ciò, nel 1947 sono fondati i training groups. Questi sono gruppi di formazione legati alla progettazione e alla soluzione dei problemi e conflitti sociali in un clima di cooperazione democratica da maturarsi nel gruppo.
La Nuova Psicologia Galileiana
Lewin fu critico nei confronti della concezione aristotelica della psicologia, che si concentrava sulla classificazione degli oggetti e delle esperienze. Al contrario, egli proponeva una nuova psicologia galileiana, basata sulla formulazione di leggi generali che potessero spiegare e prevedere il comportamento umano in situazioni specifiche. Secondo Lewin, la psicologia era ancora allo stadio della scienza aristotelica, infatti, era classificatoria e suddivideva la vita psichica in campi separati. Ricercava caratteristiche comuni senza un accordo tra i vari campi e le varie classi di comportamento. La nuova psicologia di stampo galileiano, quindi, doveva prefiggersi la ricerca di leggi generali che consentissero di integrare i mondi psichici separati e permettere di predire anche il verificarsi di casi individuali.
Secondo questa concezione, la nuova impostazione galileiana, in psicologia, ha dimostrato che la dinamica dei processi non deve essere derivata solo dai singoli elementi della percezione, ma dalla struttura complessiva. La dinamica della percezione non può essere compresa solo attraverso il metodo aristotelico che porta ad escludere la situazione, ma anche grazie all’analisi di una forma definita nell’ambito di un contesto.
Conclusione
In conclusione, il significato storico delle ricerche di Kurt Lewin risiede nel suo approccio innovativo volto a studiare i processi psicologici in modo integrato, combinando dinamiche cognitive e forze psicologiche all’interno di contesti reali e concreti. A differenza di molti suoi contemporanei, Lewin ha cercato di superare i limiti degli esperimenti artificiali di laboratorio, proponendo un’analisi del comportamento umano che considerasse l’interazione tra individuo e ambiente nel loro complesso, all’interno del “campo psicologico”. Questo concetto, noto come “spazio di vita”, rappresentava l’insieme delle forze che agiscono sull’individuo e che determinano le sue azioni. Lewin ha anche il merito di aver collegato queste teorie all’intervento pratico, attraverso strumenti come la “ricerca-azione”, evidenziando la centralità dei bisogni psicologici e delle energie che guidano il comportamento umano. Il suo approccio ha contribuito a una visione più dinamica e contestualizzata della psicologia, mostrando che per comprendere l’uomo è necessario considerare non solo le sue caratteristiche interne, ma anche l’influenza reciproca tra il suo mondo psichico e l’ambiente esterno. Lewin ha così gettato le basi per una psicologia più pragmatica e orientata all’intervento sociale, facendo emergere l’importanza di affrontare i problemi concreti attraverso la cooperazione e il cambiamento collettivo.