Neuroscienze: introduzione storica.

Neuroscienze: introduzione storica.

Le neuroscienze, studia il comportamento in relazione all’attività cerebrale. I pionieri di questo campo sono: Cajal, che descrisse la struttura dei neuroni, Harrison, che dimostrò la continuità tra le parti della cellula nervosa, Helmholtz, che fondò l’elettrofisiologia, e Gall, che ipotizzò l’esistenza di centri cerebrali per le funzioni mentali.Gall propose la frenologia, basata sull’idea che le funzioni mentali dipendessero da regioni cerebrali specifiche. Flourens criticò questa teoria e sostenne che il cervello funzionasse come un’unità. Wernicke, Sherrington e Cajal svilupparono il connessionismo cellulare, basato sull’idea che i neuroni fossero le unità responsabili dei messaggi del sistema nervoso. 


I pionieri delle neuroscienze

Le neuroscienze si occupano di decifrare i meccanismi alla base del comportamento, traducendo l’attività cerebrale in processi neurofisiologici complessi. In sostanza, esse studiano come miliardi di neuroni, attraverso interazioni sinaptiche e processi di integrazione elettrica e chimica, generano e modulano i comportamenti, e come tali processi sono dinamicamente influenzati da stimoli ed esperienze ambientali.

Santiago Ramón y Cajal (1852–1934) è universalmente riconosciuto come il padre della neuroscienza moderna. Medico, istologo e patologo spagnolo, Cajal rivoluzionò lo studio del sistema nervoso attraverso una combinazione di rigorosa metodologia sperimentale e straordinaria abilità artistica. Adottando e perfezionando la tecnica di tintura cromo-argentea, inizialmente sviluppata da Camillo Golgi, riuscì a rivelare con sorprendente dettaglio la microanatomia dei neuroni, dimostrando che essi rappresentano unità cellulari discrete e non una massa reticolare continua.Il suo lavoro pionieristico portò alla formulazione della teoria del Neurone, un concetto cardine che sottolinea la polarizzazione dinamica delle cellule nervose e ne stabilisce il ruolo fondamentale nella trasmissione degli impulsi elettrici. La sua opera “Textura del sistema nervoso del hombre y de los vertebrados” rimane un punto di riferimento imprescindibile, in cui Cajal illustra la complessità e la sofisticatezza dell’organizzazione neuronale. Nel 1906, il suo eccezionale contributo fu riconosciuto con il Nobel per la Medicina, assegnatogli congiuntamente a Golgi, segnando una svolta epocale nella comprensione della neuroanatomia e ponendo le basi per le moderne ricerche nel campo delle neuroscienze.

Tra i pionieri che hanno posto le fondamenta di questo ambito, spicca il lavoro di Santiago Ramón y Cajal. Utilizzando il metodo di impregnazione sviluppato da Camillo Golgi, Cajal fu in grado di visualizzare, al microscopio ottico, l’intera morfologia neuronale, evidenziando la complessità dei dendriti, del soma e dell’assone. Questa innovazione portò alla formulazione della dottrina del neurone che si basava sul principio secondo il quale i singoli neuroni sono i componenti elementari e la sorgente dei messaggi del sistema nervoso.

Studi approfonditi condotti da Harrison hanno messo in luce come le estensioni neuronali – dendriti e assone – siano prolungamenti del corpo cellulare (soma), fondamentali per la ricezione e la trasmissione degli impulsi nervosi della cellula nervosa . Queste scoperte hanno rafforzato il legame inscindibile tra la struttura neuronale e la sua funzione, gettando le basi per un’analisi più sistemica della comunicazione intracellulare.

Parallelamente, Hermann von Helmholtz ha inaugurato l’era dell’elettrofisiologia, dimostrando che l’attività elettrica generata da un neurone influisce in modo prevedibile e misurabile sull’attività delle cellule circostanti. Le sue misurazioni, che includevano la quantificazione della velocità di conduzione dei potenziali d’azione, hanno fornito un approccio quantitativo allo studio della neurotrasmissione, aprendo la strada allo sviluppo di modelli teorici e computazionali.

I principali studiosi del XIX e XX secolo

Alla fine dell’800 inoltre con l’influenza della farmacologia si dimostrò che molte sostanze chimiche sono in grado d’interagire con recettori specifici localizzati sulla superficie della cellula nervosa.

Le ricerche psicologiche sul comportamento hanno origine nella filosofia della Grecia classica, molte idee si trovano già formulate nelle opere di Cartesio, Locke e Hume. Questa disciplina si amplificò all’inizio del 1900  con le ricerche di Darwin sull’evoluzione.

La frenologia di Gall

Gall

Franz Joseph Gall (1758–1828) è stato un medico, anatomista e fisiologo tedesco, noto come il fondatore della frenologia, una teoria che ebbe grande influenza nel XIX secolo. Nato a Tiefenbronn, nel Baden (allora Sacro Romano Impero), Gall studiò medicina a Strasburgo e Vienna, specializzandosi nello studio del sistema nervoso.

Un primo sforzo per riunire sotto una visione unitaria concetti biologici e psicologici nello studio del comportamento fu tentato da Franz Joseph Gall, il quale sosteneva che singole regioni della corteccia cerebrale sono in grado di controllare particolari funzioni mentali. Egli inoltre ipotizzo che i centri deputati a ciascuna funzione mentale potessero svilupparsi ed aumentare di dimensioni con l’uso. Quando un centro cresceva determinava la formazioni di solchi e protuberanze che permettevano si riconoscere quali fossero le zone cerebrali più sviluppate. Gall in questo modo gettò le basi della frenologia.

Dalla frenologia al connessionismo cellulare

Marie-Jean-Pierre Flourens (Maureilhan, 15 aprile 1794 – Montgeron, 6 dicembre 1867) è stato un fisiologo francese, noto per essere stato il primo a dimostrare la funzione di diverse parti del sistema nervoso centrale nei vertebrati attraverso esperimenti pionieristici.
Dopo aver conseguito la laurea in medicina presso l’Università di Montpellier nel 1813, Flourens si trasferì a Parigi, dove lavorò sotto la guida del celebre naturalista Georges Cuvier. Tra il 1814 e il 1822, condusse una serie di esperimenti sui piccioni, rimuovendo selettivamente parti del cervello per osservarne gli effetti fisiologici.

Flourens sottopose le idee di Gall ad analisi sperimentale, egli praticò l’ablazione di diverse parti del sistema nervoso identificate da Gall, e giunse alla conclusione che ogni parte dell’emisfero cerebrale e in grado di eseguire tutte le funzioni che spettano all’emisfero stesso; una lesione limitata di un emisfero cerebrale doveva perciò influire in eguale misura su tutte le funzioni superiori. Flourens così diceva:

” le facoltà di percepire, di concepire o di volere non rappresentano che diversi aspetti di facoltà essenzialmente unitarie”.

Gall propose la frenologia, basata sull’idea che le funzioni mentali dipendessero da regioni cerebrali specifiche. Tuttavia, Flourens criticò questa teoria e sostenne che il cervello funzionasse come un’unità. 

Successivamente, Wernicke, Sherrington e Cajal svilupparono il connessionismo cellulare, basato sull’idea che i neuroni fossero le unità responsabili dei messaggi del sistema nervoso.Secondo gli autori i singoli neuroni sono le unità responsabili dei messaggi del sistema nervoso; essi si ritrovano raggruppati in unità funzionali e sono connessi l’uno all’altro in maniera precisa. In particolare Wernicke dimostrò che manifestazioni diverse del comportamento sono mediate da regione diverse interconnesse da vie nervose.

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Pubblicato da altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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