Il Primo Motore Immobile nel Pensiero di Aristotele

Il Primo Motore Immobile nel Pensiero di Aristotele

Nell’opera di Aristotele, il Primo Motore Immobile rappresenta un concetto chiave per comprendere la sua visione dell’universo e del divino. Questa entità metafisica, identificata come causa prima del movimento e sostanza divina, assume un ruolo centrale nella spiegazione dell’ordine cosmico e della natura del pensiero.

Partendo dall’analisi della causalità e del movimento, Aristotele dimostra l’esistenza di un primo motore, immobile e immateriale. Questa causa prima, non soggetta a cambiamento o movimento, imprime il moto ai cieli e a tutto l’universo.

Identificando il Primo Motore con la Divinità, Aristotele ne sottolinea la natura divina, caratterizzata dall’eternità, dall’immutabilità e dall’intelligenza. L’attività principale di questa sostanza divina è il pensiero, che si distingue dal pensiero umano per essere sempre in atto, avere come oggetto sé stesso e risiedere in una sfera di assoluta stabilità.

Nella fisica di Aristotele, il Primo Motore Immobile rappresenta la causa prima del movimento nell’universo. Secondo il filosofo greco, il movimento, inteso come passaggio dalla potenza all’atto, necessita di un motore che sia esso stesso in atto puro, ovvero privo di potenzialità.

Egli argomenta che se si regredisse all’infinito nella catena delle cause motrici, non si giungerebbe mai ad un movimento iniziale. Per questo motivo, è necessario ipotizzare un primo motore che non sia mosso da altro, ma che imprima il movimento ai corpi celesti, come se fosse l’oggetto del loro amore che li attrae verso di sé.

Caratteristiche del Primo Motore Immobile:

  • Atto Puro: Essendo privo di potenzialità, il Primo Motore è sempre in atto, ovvero in uno stato di perfezione compiuta. Non può mutare o subire alcun cambiamento.
  • Immobile: Non è mosso da altro, ma è la causa prima di ogni movimento.
  • Immateriale: Non ha una forma fisica, ma è una sostanza immateriale, pura forma senza materia.
  • Intellettivo: La sua attività principale è il pensiero, che ha come oggetto gli intelligibili universali.

Identificazione con la Divinità:

Aristotele identifica il Primo Motore Immobile con la Divinità. Questa, in quanto causa prima e atto puro, rappresenta il fine ultimo a cui tutto tende nell’universo. Non è un creatore nel senso biblico, ma piuttosto il garante dell’ordine e della regolarità del cosmo.

Differenza dal Demiurgo di Platone:

Rispetto alla cosmologia di Platone, in cui il Demiurgo plasma la materia informe, il Primo Motore Immobile di Aristotele non agisce direttamente sulla materia. Egli imprime il movimento ai cieli, che a loro volta lo trasmettono alle sfere inferiori. Le divinità, in questo sistema, non sono demiurghi creatori, ma piuttosto entità remote e impersonali che vegliano sull’ordine cosmico.

Primo Motore (1509-11) di RAFFAELLO Sanzio Raphael, Public domain, via Wikimedia Commons

Attività del Primo Motore Immobile

Nel libro XII della Metafisica, Aristotele offre una dimostrazione dell’esistenza del Primo Motore Immobile parallela a quella presentata nel libro VIII della Fisica. In questa sede, egli introduce ulteriori caratterizzazioni del Primo Motore, identificandolo come sostanza divina e attribuendogli un’attività specifica: il pensiero.

Caratterizzazione del Primo Motore come Sostanza Divina:

Aristotele riprende la credenza mitica che associa le divinità ai corpi celesti. Tuttavia, egli la rielabora filosoficamente, identificando il Primo Motore con la Divinità. Questa, in quanto sostanza immateriale, è eterna, immobile e incorruttibile.

Il Pensiero come Attività del Primo Motore:

Secondo Aristotele, l’attività più alta per l’uomo è il pensiero. Per analogia, egli sostiene che anche l’attività del Primo Motore debba essere il pensiero. Un pensiero divino, però, non può essere privo di oggetto, altrimenti sarebbe simile al sonno e ciò sarebbe incompatibile con la perfezione della sostanza divina.

Oggetto del Pensiero Divino:

Aristotele afferma che il pensiero divino ha come oggetto sé stesso, ovvero “ciò che è più divino” e “ciò che vale di più”. Questo perché il Primo Motore, essendo in atto puro, non può pensare a qualcosa che sia in potenza o che implichi imperfezione. Essendo perfetto, il mutamento, infatti, è sempre verso il peggio, e quindi incompatibile con la natura divina.

Vedute del Machu Picchu con Huayna Picchu sullo sfondo T029248, Public domain, via Wikimedia Commons

Ciclicità del Tempo e Progresso Umano:

Aristotele accoglie la credenza in un tempo ciclico, secondo cui l’umanità attraversa fasi di progresso e declino. Cataclismi periodici distruggono le conquiste umane, facendo ricominciare il ciclo da capo. In questo modo, Aristotele nega la possibilità di un progresso illimitato dell’umanità, affermando che essa ha già raggiunto il suo apice e che è destinata a ritornare al punto di partenza.

Conclusione:

Il Primo Motore Immobile rappresenta un concetto chiave nella fisica di Aristotele. Esso rappresenta la causa prima del movimento, identificata con la Divinità intesa come atto puro, immobile e immateriale. La sua influenza si estende all’intero universo, garantendone l’ordine e la regolarità.

Aristotele elabora una visione del Primo Motore Immobile come sostanza divina caratterizzata dal pensiero. Questo pensiero, avendo come oggetto sé stesso, rappresenta l’attività più alta e perfetta a cui un’entità possa aspirare. La concezione aristotelica del tempo ciclico.

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Pubblicato da altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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