Storia delle Teorie sul Sonno: Dal Mito alla Neuroscienza

Storia delle Teorie sul Sonno: Dal Mito alla Neuroscienza

Dalle antiche speculazioni di Aristotele e Galeno, che attribuivano il sonno a squilibri degli “umori” corporei, fino alle più recenti teorie fisiologiche di Pavlov, la concezione del sonno ha attraversato un’evoluzione affascinante. Nel corso dei secoli, il sonno è stato interpretato come un’interruzione parziale della percezione, un processo termodinamico con epicentro nel cuore e, più tardi, come un fenomeno legato a complessi meccanismi nervosi. Le teorie del XIX secolo, anticipando molti dei dibattiti contemporanei, hanno gettato le basi per una comprensione più scientifica del sonno.


L’Antichità: Miti, Filosofia e le Prime Teorie sul Sonno

Il sonno, un fenomeno tanto universale quanto misterioso, ha affascinato l’umanità fin dai tempi più antichi (per un percorso storico e culturale del sogno, vedere qui) . Le teorie sul sonno, evolvendosi nel corso dei secoli, riflettono le conoscenze scientifiche e le credenze culturali di ciascuna epoca.

In questo video, scopriamo l’evoluzione delle teorie sul sonno, dalle antiche credenze alle scoperte più recenti della neuroscienza 🧠. Analizzeremo come la nostra comprensione del sonno sia cambiata nel corso dei secoli.

Nell’antica Grecia, il sonno era spesso associato a divinità e miti, come Morfeo, il dio dei sogni. Nei poemi omerici, infatti, era personificato come il “Signore a cui non sanno resistere né gli uomini né gli Dei”. I filosofi presocratici, invece, cercavano spiegazioni più razionali. Per loro, il sonno rappresentava uno stato intermedio tra la vita e la morte, un momento in cui l’anima si disconnetteva dal corpo. Per i filosofi del periodo, la morte derivava dalle stesse modificazioni fisiologiche che inducevano il sonno.

Aristotele e la Filosofia del Sonno: Raffreddamento del Cuore e Nutrizione

Immergiti nelle teorie di Aristotele sul sonno e scopri come il cibo, il cuore e i vapori influenzavano il nostro riposo. Un viaggio affascinante tra filosofia e scienza.

Aristotele, il padre della filosofia occidentale, dedicò diversi scritti al sonno.All’interno della sua opera “Parva Naturalia” ha dedicato 3 lavori sul fenomeno sonno:Il sonno e la veglia (De Somno et Vigilia), I sogni (De Insomniis), La divinizione durante il sonno (De Divinatione per Somnum). Nel primo, l’autore enuncia alcuni principi generali:

I Il sonno è contrario alla veglia

II Il sonno è l’incapacità di esercitare in atto l’attività percettiva

III Il sonno è l’incapacità di esercitare la sensazione in atto in quanto è affezione del primo percettore

IV Il sonno è necessario alla vita

V Il sonno è affezione che interessa congiuntamente la funzione percettiva e la funzione locomotoria del vivente animale.

VI Il sonno è fenomeno concomitante nell’animale al processo di assimilazione dell’alimento.

VII Il sonno ha durata coestesa al processo di assimilazione dell’alimento e alla sua trasformazione in sangue

Secondo il filosofo stagirita, il sonno era il risultato di un processo di raffreddamento del cuore, l’organo considerato il centro vitale. I vapori caldi prodotti dalla digestione, salendo verso il cuore, causavano un’alterazione delle funzioni vitali, portando al sonno. Aristotele individuò inoltre una correlazione tra sonno e nutrizione, sostenendo che il sonno fosse necessario per l’assimilazione del cibo.

L’alimento una volta entrato nel corpo si riscalda ed evapora raggiungendo il cuore (il principio). Ciò che evapora diviene più leggero e si porta verso l’alto, per poi raffreddarsi e riscendere verso il basso più pesante comprimendo il calore della regione cardiaca. E’ a questo punto che l’animale dorme. (Aristotele, in Sonno e Veglia)

In particolare, egli riteneva che i meccanismi della veglia e della percezione fossero localizzati nei centri del cuore e che, secondo la scuola ippocratica, il sonno fosse causato dai vapori caldi che salivano dallo stomaco. Il filosofo spiegava che l’evaporazione che avviene nei processi nutritivi tende a muoversi naturalmente verso l’alto, e che per questo motivo gli accessi di sonnolenza si manifestano dopo i pasti. Il sonno si verifica anche dopo certi tipi di fatica, perché la fatica agisce come dissolvente e la materia dissolta (calda) si comporta come cibo prima della digestione. Il fine ultimo dell’alimento è il sangue, che ha origine nel cuore e da lì si diffonde in tutto il corpo.

Galeno e il Sonno: Il Calore Innato e il Ruolo del Cervello

 

Galeno di Pergamo (129-circa 216 d.C.) fu una figura dominante nella medicina occidentale per oltre mille anni, dal II secolo d.C. fino al Rinascimento, quando le sue teorie iniziarono a essere gradualmente riviste

Nel II secolo d.C., Galeno, a differenza di Aristotele, spostò l’attenzione dal cuore al cervello. Per lui, il sonno era legato al “calor innatus” (calore innato), un principio vitale che risiedeva nel cervello. Durante il sonno, questo calore si rigenerava, consentendo al sistema nervoso di recuperare le energie spese durante la veglia.

Egli osservò che comprimendo il cervello di alcuni piccoli animali si provocava la perdita della coscienza; al contrario, comprimendone il cuore l’animale restava sveglio.
Il cervello era, quindi, la sede organica della coscienza e la stessa risiedeva in quelli che vennero poi definiti ventricoli cerebrali; in queste cavità vivrebbero secondo Galeno, le cellule psichiche.

Medioevo e Rinascimento: Umori, Spiriti Animali e Teorie Fisiologiche

Nel Medioevo, la teoria degli umori, ereditata da Ippocrate, dominava la medicina. Viene formulato il “Regimen Sanitatis Salernitanum” una serie di prescrizioni igieniche. tra le quali sono descritte le possibili perturbazioni del sonno dovute da un’alterazione degli “umori”. Si credeva che il sonno fosse causato da un’alterazione dell’equilibrio tra i quattro umori fondamentali: sangue, flegma, bile gialla e bile nera. Un eccesso di uno di questi umori poteva portare a disturbi del sonno.

La teoria dei quattro umori di Ippocrate è un’antica concezione medica che associava la salute e la personalità di un individuo all’equilibrio di quattro fluidi corporei fondamentali

Durante il Rinascimento, l’interesse per l’anatomia e la fisiologia aumentò. Cartesio, il filosofo francese, propose una teoria meccanicistica del sonno. Secondo lui, il sonno era causato da una diminuzione del flusso di “spiriti animali”, sottili sostanze presenti nel cervello che trasmettevano gli impulsi nervosi.

Le teorie rinascimentali sul sonno, sebbene oggi superate, riflettevano le conoscenze scientifiche dell’epoca. Si riteneva che il sonno fosse un’interruzione parziale della percezione, durante la quale gli stimoli esterni, pur attenuati, continuavano a influenzare la mente. Questa concezione era legata all’idea che il cervello fosse il centro di controllo delle funzioni vitali, incluso il sonno. Si pensava, infatti, che la mancanza di ‘spiriti animali’ negli organi sensoriali e motori fosse la causa diretta dell’addormentamento.

Per Cartesio il sonno si attuava attraverso un processo termodinamico localizzato nel cuore. Il calore prodotto avrebbe portato ad ebollizione il sangue e spinto in circolazione. Giunto a livello cerebrale e nella ghiandola pineale si sarebbe trasformato in “spirito animale” e trasmesso in tutto il corpo attraverso i canali all’interno delle fibre nervose. In particolare, secondo lo studioso, il decremento di permeabilità dei canali diminuerebbe lo spostamento di questi spiriti responsabili della percezione e del movimento e quindi favorito l’insorgere del sonno.

Il XIX Secolo: Le Prime Teorie Scientifiche sul Sonno

Le teorie del XIX secolo hanno risentito dell’influenza di Cartesio e del positivismo e hanno esaminato tematiche che ancora oggi permangono al centro del dibattito scientifico. Tra le numerose teorie di questo secolo troviamo quella comportamentale secondo la quale il sonno è prodotto dall’assenza di stimolazione esterna, per rimanere svegli è necessario una continua stimolazione dell’organismo e una sua diminuzione per addormentarsi. Tra le teorie comportamentali diffusa all’epoca troviamo quella del Dr. Edouard Claparède per cui il sonno non era una risposta passiva ma attiva, simile ad un istinto, per evitare un eccesso di fatica: “Noi dormiamo non perché siamo intossicati o esausti ma per non intossicarsi o esaurirci”

Inoltre, si affermò la teoria comportamentale, secondo cui il sonno era il risultato della mancanza di stimoli esterni. In altre parole, dormivamo perché non avevamo nulla da fare.

Il XX Secolo: Neuroscienze e la Scoperta delle Fasi del Sonno

Il XX secolo ha portato a una comprensione più profonda dei meccanismi del sonno, grazie all’avvento delle neuroscienze. La scoperta delle fasi del sonno, REM e non-REM, ha rivoluzionato il campo.

  • Teorie neurochimiche: ll XX secolo ha generato invece le cosiddette teorie “umorali” per cui diverse sostanze induttrici del sonno, come l’acido lattico, l’anidride carbonica e il colesterolo (definite all’epoca come “leucomaine” o “urotossine”) si accumulerebbero nel cervello. Lungo questo filone di pensiero a partire dal 1907 i dottori Réné Legendre ed Henri Piéron annunciarono di aver isolato una sostanza detta “ipnotossina” dai liquidi biologici di animali privati di sonno. Tuttavia, a causa dei numerosi fallimenti nei tentativi di estrarre questa sostanza del sonno, l’interesse in questo campo di ricerca diminuì fino a quando negli anni 60 furono compiuti passi decisivi in queste direzioni  grazie ai lavori di Jouvet.Si è scoperto che diverse sostanze chimiche, come la serotonina e la melatonina, svolgono un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo sonno-veglia.
  • Teorie fisiologiche: Pavlov, famoso per i suoi esperimenti sui cani, propose una teoria condizionale del sonno. Secondo lui, il sonno poteva essere indotto attraverso stimoli ripetuti e monotoni. Con Pavlov nascono le teori fisiologiche del sonno che vedevano il sonno come   fenomeno passivo, innescato da una diminuzione delle afferenze sensoriali e le altre definite attive , che postulavano l’esistenza di centri induttori del sonno.
  • Teorie sinaptiche: Le ricerche più recenti si sono concentrate sui cambiamenti che avvengono a livello delle sinapsi durante il sonno. La teoria dell’omeostasi sinaptica propone che il sonno sia un meccanismo di “potatura sinaptica”, ovvero un processo di indebolimento delle connessioni neurali meno utilizzate, al fine di ottimizzare le funzioni cerebrali. La teoria della consolidazione della memoria suggerisce invece che il sonno sia fondamentale per consolidare i ricordi formati durante la veglia, attraverso un processo di riattivazione e rielaborazione delle informazioni.

Altre teorie

  • Teoria del recupero energetico: Questa teoria, più classica, sostiene che il sonno serva principalmente a ripristinare le riserve energetiche dell’organismo, danneggiate dall’attività fisica e mentale.
  • Teoria dell’adattamento evolutivo: Questa teoria enfatizza il ruolo del sonno nell’adattamento all’ambiente. Dormire in momenti specifici della giornata potrebbe aver conferito un vantaggio evolutivo, proteggendo gli organismi dai predatori o consentendo loro di risparmiare energia.

XXI secolo: prospettive future

Le neuroscienze moderne continuano a svelare i misteri del sonno. Grazie a tecniche sempre più sofisticate, come la neuroimaging e la genetica, stiamo acquisendo una comprensione sempre più dettagliata dei circuiti neurali e dei meccanismi molecolari coinvolti nella regolazione del sonno.


Sei rimasto affascinato dalle teorie sul sonno? Allora non perderti larticolo dedicato alla storia delle teorie e spiegazioni sui sogni! Scopri come le diverse culture hanno interpretato i sogni nel corso dei secoli.


Note:

  • Umori: Nell’antica medicina, gli umori erano considerati i costituenti fondamentali del corpo umano e si pensava che il loro equilibrio determinasse lo stato di salute.
  • Spiriti animali: Secondo Descartes, gli spiriti animali erano sottili sostanze presenti nel cervello che trasmettevano gli impulsi nervosi.
  • Leucomaine e urotossine: Si trattava di sostanze ipotetiche, ritenute responsabili dell’induzione del sonno, ma mai isolate in modo definitivo.
  • REM e non-REM: Il sonno REM (Rapid Eye Movement) è caratterizzato da movimenti oculari rapidi e da un’attività cerebrale simile a quella della veglia. Il sonno non-REM è diviso in diverse fasi e è caratterizzato da un’attività cerebrale più lenta.

 

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Pubblicato da altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

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