Wilhelm Wundt: il padre fondatore della psicologia sperimentale

Wilhelm Wundt:  il padre fondatore della psicologia sperimentale

Wilhelm Wundt può essere definito il “padre fondatore della psicologia” rappresentando lo “sfondo contro cui si sarebbero staccate le figure dei movimenti psicologici successivi” (Boring, 1950).

Wundt nacque nel 1832 a Neckarau ebbe un’infanzia difficile, caratterizzata dalla morte prematura del padre e da ristrettezze economiche. Venne descritto come una persona solitaria, instancabile privo di umorismo ed aggressiva.

Wundt: dagli studi di medicina alla nascita della psicologia sperimentale

Wundt studiò medicina a Heidelberg e Tubinga dal 1851 al 1856. Tra i suoi insegnanti ci furono l’anatomista e fisiologo Friedrich Arnold (suo zio materno), il chimico Robert Bunsen e il fisico Philipp von Jolly. Dopo gli esami di stato e la tesi di dottorato intitolata “Untersuchungen über das Verhalten der Nerven in
entzündeten und degenerierten Organen
, “Research on the Behavior of Nerves in Inflamed and Degenerated Organs” (premiata con lode), Wundt divenne assistente a Heidelberg del patologo e medico Karl Ewald Hasse. Si trasferì poi a Berlino per un semestre di ricerca con Johannes Müller ed Emil du Bois-Reymond.

Dopo l’abilitazione nel 1857 , necessaria per diventare docente universitario, ottenne un incarico non retribuito all’Università di Heidelberg, dove tenne lezioni di fisiologia generale e fisica medica. In seguito a una grave malattia, richiese di diventare assistente del fisiologo e fisico Hermann von Helmholtz. Durante il suo periodo di assistentato (dal 1858 al 1863), Wundt formò studenti di medicina in fisiologia sperimentale, tenne lezioni e iniziò le sue ricerche in fisiologia e psicologia sensoriale. In questo periodo scrisse i suoi primi contributi di psicologia sperimentale intitolati “Contributi alla teoria della percezione sensoriale”.

Nel 1874 Wundt accettò la cattedra di filosofia induttiva all’Università di Zurigo. Poco dopo, nel 1875, divenne professore di filosofia all’Università di Lipsia. A Lipsia, partendo da un piccolo laboratorio domestico allestito con l’aiuto della madre, Wundt fondò nel 1879 il il primo laboratorio di psicologia sperimentale, dando vita a un programma di ricerca continuo che ha segnato la nascita di questa disciplina scientifica.

Nel 1883, il piccolo laboratorio venne ufficialmente riconosciuto dall’università. L’anno seguente, nel 1884, fu equipaggiato con strumentazione e dotato di un budget annuale, diventando ufficialmente l’Institut für Experimentelle Psychologie (Istituto di Psicologia Sperimentale). Nel 1913, Wundt fondò all’interno dell’istituto un dipartimento di psicologia culturale (“Völkerpsychologische Abteilung”). Nel 1917, all’età di 85 anni, decise di ritirarsi dall’insegnamento.

Wundt stesso descrisse le difficoltà incontrate nel convincere l’università a fornire uno spazio per la ricerca e l’insegnamento in psicologia sperimentale, che si sono concluse fino al riconoscimento ufficiale dell’istituto e alla sua successiva espansione con il dipartimento di psicologia culturale.

Il Genio Poliedrico di Wundt: Interdisciplinare e Lungimirante

Wilhelm Wundt è stata una una figura eccezionale, capace di integrare diverse discipline nel suo lavoro. Era neurofisiologo, psicologo e filosofo, e la sua carriera dimostra una straordinaria interdisciplinarità.

Nel suo programma di ricerca e insegnamento, durato oltre 50 anni, Wundt ha creato un orizzonte teorico come nessun altro psicologo dopo di lui, abbracciando psicologia generale, psicologia culturale, epistemologia, metodologia e psicologia teorica nel suo complesso.

Wundt è conosciuto per la sua capacità di unire diverse aree di studio. Non si è limitato a una sola disciplina, ma ha esplorato e integrato diverse prospettive, come la neurofisiologia, la psicologia sperimentale, la filosofia e la psicologia culturale. Questo approccio interdisciplinare gli ha permesso di avere una visione più completa e profonda dei fenomeni psicologici.

La sua produzione scientifica è consideraata maniacale; oltre 50.000 pagine che spaziano dalla fisiologia alla psicologia fisiologica, dalla filosofia fino alla psicologia dei popoli. Per Wundt la  psicologia fisiologica è sinonimo di psicologia sperimentale in quanto utilizza  lo stesso metodo della fisiologia e perché si rivolge alla fisiologia e non alla patologia dei processi psichici.

Wundt

Wundt: dagli studi di fisiologia alla psicologia sperimentale

Durante gli anni di Heidelberg, Wundt pubblicò 10 articoli su fisiologia e neurofisiologia, tra cui sull’attività riflessa, la fisiologia muscolare, i movimenti oculari, le trasmissioni neurali e gli effetti del curaro, nonché il “Lehrbuch der Physiologie des Menschen” (Manuale di fisiologia umana, 1865) e un “Handbuch der Medizinischen Physik” (Manuale di fisica medica, 1867a). La ricerca di Wundt sulla fisiologia dei riflessi era ben nota anche al di fuori della Germania e fu citata, ad esempio, da Sherrington (1911).

Dopo i suoi studi iniziali sulla fisiologia degli atti riflessi (sistema nervoso motorio e autonomo) e sulle funzioni sensoriali, la psicologia della percezione divenne un secondo campo di interesse nella ricerca di Wundt. I suoi studi sperimentali includevano la percezione spaziale e visiva, le illusioni ottiche e l’illusione di Wundt, variante dell’illusione di Hering.

Beiträge zur Theorie der Sinneswahrnehmung (Contributi alla teoria della percezione sensoriale) (1a ed. 1862, 451 pagine)

In quest’opera Wundt sottolinea che la sola psicologia sensoriale non è sufficiente a descrivere adeguatamente il processo di percezione, poiché devono essere considerati anche principi psicologici. Nella prefazione cita Leibniz: “Nulla è nell’intelletto che non sia stato prima nei sensi, tranne l’intelletto stesso”. Con questo riferimento, Wundt rifiuta l’empirismo puro di John Locke.

Wundt giunse alla conclusione che il processo di percezione spaziale o contrasto e competizione dei campi visivi non può essere spiegato solo dalle funzioni elementari dell’apparato sensoriale, ma che tale ricerca deve essere integrata da osservazioni e esperimenti psicologici. Wundt era propenso a considerare la percezione spaziale come un prodotto di impressioni sensoriali che avvengono “inconsciamente e logicamente” nel soggetto. D’altra parte, sottolineava la differenza tra tali inferenze e le comuni deduzioni logiche, perché emerge qualcosa di qualitativamente nuovo, ovvero la forma spaziale.

L’esempio della costanza dimensionale può aiutare a illustrare la controversia sulle “conclusioni inconsce”. Anche da una maggiore distanza, una figura umana viene riconosciuta come un essere umano di dimensioni normali e non come un pigmeo o un nano. Pertanto, nell’apparato sensoriale avvengono confronti e conclusioni logiche, che all’epoca di Wundt erano considerate operazioni coscienti. Tuttavia, sia Helmholtz che Wundt suggerirono che conclusioni di questo tipo sono in un certo modo “inconsce”.

Nel 1863 Wundt formulò il principio della sintesi creativa, un principio fondamentale della conoscenza a cui si è sempre attenuto in tutti gli altri campi della psicologia e oltre.. È importante sottolineare che Wundt si riferiva a realizzazioni attive e creative che vanno dalla semplice attività sensoriale ai prodotti intellettuali e culturali, nonché ai valori. Ha stabilito questo principio molto prima che il concetto fosse usato dagli psicologi della Gestalt e lo ha convalidato attraverso la ricerca empirica, rendendolo un principio epistemologico centrale nella psicologia e nella teoria dello sviluppo della mente.

Wundt ha spiegato questo principio affermando che ogni percezione può essere scomposta in impressioni elementari, ma non è mai la semplice somma di queste impressioni. Attraverso la loro connessione si crea qualcosa di nuovo, che contiene qualità speciali non presenti nelle impressioni stesse. Ad esempio, creiamo la rappresentazione mentale di una forma spaziale da una moltitudine di impressioni luminose.

Secondo Wundt, il principio della sintesi creativa governa tutte le formazioni mentali dalla percezione sensoriale ai processi intellettivi più elevati. Ogni struttura mentale superiore mostra qualità che, una volta raggiunte, possono essere comprese dalle qualità dei loro elementi, ma non devono comunque essere considerate come la semplice somma delle qualità dei loro elementi.

La neuropsicologia di Wundt: un equilibrio tra mente e cervello

Le critiche di Wundt:

  • Teoria della localizzazione: Wundt contestava la visione dominante della localizzazione rigorosa delle funzioni nel cervello. Si opponeva all’idea che processi mentali specifici risiedessero in aree cerebrali specifiche. Invece, propose un concetto di “rappresentazione multipla”, suggerendo che diverse parti del cervello potrebbero contribuire a una singola funzione mentale.
  • Assunti errati: Wundt criticava gli assunti prevalenti del suo tempo. Disapprovava l’idea che concetti mentali complessi come “l’intelligenza” potessero essere ordinatamente localizzati in una singola regione cerebrale. Sosteneva che tali nozioni derivassero da una psicologia imperfetta e da una comprensione fisiologica insufficiente.

Le controargomentazioni di Wundt:

  • Scomposizione della complessità: Wundt credeva nell’analisi di fenomeni mentali complessi in processi più semplici. Riteneva che questo avrebbe facilitato il loro collegamento a specifici correlati fisiologici. Ad esempio, suggerì di studiare “l’attenzione” come un’interazione di processi eccitatori e inibitori nel cervello, piuttosto che cercare un “centro dell’attenzione” dedicato.
  • Radicamento psicologico: Wundt sottolineava l’importanza di formulare domande di ricerca basate su concetti psicologici chiari. Riteneva che indagini fisiologiche precise potessero seguire solo ipotesi psicologiche ben definite. Vedeva l’attenzione e il suo controllo come esempi ideali di come la ricerca psicologica e fisiologica potessero lavorare insieme in modo efficace.

Appercezione e cervello:

  • Modello neuropsicologico: Wundt integrò la sua teoria dell’appercezione (consapevolezza conscia e integrazione delle informazioni) con un modello neuropsicologico. Propose un ipotetico “centro di appercezione” situato nella corteccia frontale. Questo centro avrebbe coordinato processi sensoriali, cognitivi, emotivi e motivazionali.
  • Diagramma funzionale: Wundt visualizzò il suo modello con uno “schema di connessioni ipotetiche” simile agli odierni modelli neuropsicologici. Il centro di appercezione riceverebbe input sensoriali da diverse aree e invierebbe segnali inibitori per controllare l’elaborazione e la selezione dell’azione.

Limitazioni e significato:

  • Struttura ipotetica: Sebbene il modello di Wundt mancasse di dettagli precisi sui percorsi neurali, serviva da preziosa euristica per ulteriori ricerche. Forniva una struttura per comprendere le funzioni cerebrali di ordine superiore utilizzando un diagramma funzionale, simile agli approcci utilizzati oggi.
  • Base neurofisiologica: Questo modello offriva una base neurofisiologica per il processo di appercezione, anche se i meccanismi neurali specifici rimanevano sconosciuti ai tempi di Wundt.

Wundt, tuttavia, sottolineava che altri aspetti non venivano considerati: “La fisiologia cerebrale … deve rendersi conto che deve porre molte più domande alla psicologia, dalle cui risposte dipende l’interpretazione dei propri risultati … Non si può comprendere la costruzione di una macchina senza sapere esattamente lo scopo per il quale è stata costruita. Allo stesso modo, bisogna analizzare le funzioni di un organo per comprenderlo, e ancor di più quando è più complesso” (Wundt, 1913b, p. 197).

Wundt stesso non poté approfondire ulteriormente questo tentativo di modellizzazione neuropsicologica all’epoca, ma formulò l’idea di un programma di ricerca sui processi di integrazione superiori da un punto di vista principalmente psicologico. La ricerca attuale sulle funzioni esecutive cognitive nella corteccia prefrontale, così come sulle “funzioni esecutive emotive” e sulle ipotetiche “aree multimodali di convergenza” nella rete funzionale della corteccia e del sistema limbico, è orientata verso simili obiettivi .

Wundt e la psicofisiologia delle emozioni

Wundt integrava i movimenti espressivi che accompagnano i sentimenti nel processo di appercezione, ovvero l’espressione facciale e i sintomi respiratori e vasomotori (1911, p. 370). L’innervazione vagale del cuore viene utilizzata come esempio per spiegare gli effetti causati dall’autoregolazione fisiologica o dalla stimolazione neurofisiologica, nonché l’influenza esercitata dal centro di appercezione, con una correlazione di innervazioni eccitanti e inibenti nel modello emergente dei sintomi.

Wundt, invece di utilizzare il termine generico “emozione”, distingueva i sentimenti dagli affetti, che sono collegati a una distinta eccitazione fisica. Con l’aiuto di registrazioni fisiologiche, si poteva provare a osservare e misurare tali schemi. Wundt ipotizzava che ci fossero cambiamenti fisiologici caratteristici, soprattutto negli stati di eccitazione, tensione e rilassamento (cfr. la sua teoria tridimensionale delle emozioni). Pertanto, Wundt aderiva a un approccio di ricerca oggi chiamato psicofisiologia delle emozioni.

Durante l’ultimo terzo del XIX secolo si svolsero ampi studi sperimentali basati sull’ipotesi che si potessero distinguere oggettivamente gli affetti in base ai loro correlati fisiologici. Il collega di Wundt a Lipsia, il fisiologo Carl Ludwig, inventò un importante prerequisito metodologico e tecnico costruendo chismografi adeguati, che potevano registrare diverse funzioni fisiologiche su un cilindro ricoperto da una striscia di carta fuligginosa. Lo psicologo danese Alfred Lehmann (1892, 1912), allievo di Wundt, fondò un laboratorio di psicofisiologia a Copenaghen e pubblicò una serie di ricerche e registrazioni raffiguranti polso, volume del polso e respirazione (pneumografia). Questi metodi psicofisiologici furono introdotti anche nel laboratorio di Wundt. Meumann, Lange, Mentz, Störring e altri condussero esperimenti simili. Venivano usati stimoli sensoriali e compiti diversi per suscitare reazioni affettive (cfr. Fahrenberg, 1965; Schönpflug, 2008; Stemmler, 2009).

Oggi, il termine psicofisiologia di solito indica una metodologia di ricerca coordinata, su tre livelli: dati soggettivi, comportamentali e fisiologici, che si integrano a vicenda. Probabilmente Wundt non conosceva questo termine, introdotto dallo psichiatra Christian Friedrich Nasse (1822), o scelse di non adottarlo. Fu solo Hans Berger (1921), poco prima della sua scoperta dell’EEG, a definire la psicofisiologia nel senso moderno come due prospettive di ricerca coordinate con pari legittimità.

L’oggetto di studio: L’esperienza immediata e l’introspezione

L’oggetto di studio della psicologia è, per Wundt,  l’esperienza diretta e immediata, mentre le scienze naturali studiano l’esperienza mediata. Ad esempio;  l’oggetto di studio del fisico, del biologo o del fisiologo non corrisponde all’osservazione diretta degli eventi della natura, perché la loro osservazione è mediato dai loro sensi o da uno strumento.

Il metodo di studio  privilegiato, per Wundt, è l’introspezione perché consente di cogliere l’esperienza immediata permettendo di rilevare cosa avviene nel momento immediato in cui si percepisce la realtà.

Wundt è però consapevole dei limiti dell’introspezione,  riscontrabili nella sua soggettività (auto osservazione, percezione interna ). Secondo l’autore per poter studiare i processi psichici interni è necessario che essi siano manipolati sperimentalmente in modo da poter controllare tutte le variabili.

Le ricerche di Fechner e Titchner

Fechner variava l’intensità dello stimolo e registrava le sensazioni riferite verbalmente dal soggetto. I resoconti erano quantitativi ovvero limitati alla percezione delle caratteristiche fisiche degli stimoli (durata, intensità) tralasciando una vasta gamma di processi psichici come: pensiero, emozioni e volontà. Inoltre, il soggetto doveva essere addestrato a compiere questi studi utilizzando una specifica terminologia.

Una modificazione a tale approccio è stata opportata da Titchner. Nel suo “schema dell’introspezione”  estese lo studio anche degli aspetti qualitativi dei processi psichici introducendo l’uso della retrospezione e quindi anche della memoria a discapito della percezione  immediata e diretta di Wundt. Sebbene inizialmente  i resoconti soggettivi rappresentassero una mera informazione aggiunta,  nella scuola di  Wurzburgh furono successivamente utilizzati per condurre dei veri e propri esperimenti.

Questo approccio fu criticato da Wundt in quanto ,orientato alla raccolta dei dati qualitatitivi a discapito di quelli quantitativi, conduceva ad una forma imperfetta dell’uso dell’introspezione.

Scomposizione dell’esperienza psichica: la sensazione e gli elementi del sentito

Nella teoria dei sentimenti il punto di partenza di Wundt è un’esperienza percettiva accompagnata da un’attività introspettiva. Ad esempio ascoltando il ticchettio regolare di un metronomo possiamo studiare cosa suscita ogni singolo ticchettio, ci saranno ritmi gradevoli e spiacevoli, possiamo porre attenzione alla tensione che suscita l’attesa di un ticchettio etc.

L’esperienza immediata pùo essere scomposta in elementi psichici più semplici che sono le parte costitutiva e  non scomponibile di tali atti. Essa contiene un versante oggettivo, cioè il contenuto dell’esperienza e uno soggettivo rappresentato dal soggetto che esperisce. Perciò gli elementi psichici sono da un lato elementi della sensazione (esempio un suono) dall’altro sono gli elementi del sentito (esempio il sentimento che accompagna il sentire un suono).

Secondo Wundt la combinazione di questi due elementi: sensazione e sentimento da luogo a formazioni psichiche dotate di proprietà differenti producendo nuovi elementi sentimentali. La connessione di questi due elementi sarebbe alla base della vita psichica nel suo complesso. Quindi il compito della ricerca psicologica non è solo la scomposizione dell’attività psichica nei suoi elementi costituenti ma anche lo studio dellle leggi di connessione tra senszione e sentimento.

Nei suoi esperimenti Wundt si affidò anche al metodo dei tempi di reazione applicando il metodo sottrattivo di Donders che si basava sulla  differenza tra i tempi di reazione semplici (1 stimolo)   e composti (1 stimolo tra più stimoli) per rilevare  i tempi necessari per compiere elaborazioni psichiche più difficili.

Conclusione

Secondo la teoria del «volontarismo» di Wundt, tutti i processi psichici umani passano attraverso quattro fasi: la stimolazione; la percezione, che rende cosciente l’esperienza psichica; l’appercezione, concetto che risale a Herbart , che costituisce una fase durante la quale l’esperienza cosciente viene identificata, qualificata e sintetizzata dalla mente; l’atto di volontà, che suscita la reazione psichica, e che è connotato dal libero arbitrio,vissuto come serie di stati d’animo «risolutivi» organizzati in una specifica successione temporale».

Infine, secondo Wundt era anche possibile misurare la durata dell’appercezione, che durante alcuni esperimenti sul tempo di reazione.ha stimato essere di circa 0,1 secondi,

Critica

La teoria di Wundt è stata denominata elementismo, atonismo o chimica elementale perché ha ridotto la vita mentale in composti di elementi separati. Inoltre, secondo Boring, Wundt ha prestato più attenzione ai processi di scomposizione degli elementi psichici rispetto rispetto a quelli di ricomposizione degli elementi. Infine il metodo sperimentale di Wundt non è applicabile allo studio delle formazioni psichiche complesse come le funzioni cognitive superiori (linguaggio/concetti).

Per approfondimenti consultare questa ricca e interessante review di Fahrenberg (2019).

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Pubblicato da altrimondi

S.Aboudan PhD in Psicofisiologia del sonno Università degli Studi di Firenze

3 Risposte a “Wilhelm Wundt: il padre fondatore della psicologia sperimentale”

  1. Dopo che ho inizialmente commentato sembro avere
    ha fatto clic sul pulsante “Notifica me quando vengono aggiunti nuovi commenti” e, adesso, ogni volta che un commento
    è aggiunto Ricevo 4 email con lo stesso commento.
    C’è un metodo semplice che puoi rimuovere da quel servizio?
    Apprezzalo!

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