Definizione del sonno.

Dare una definizione del sonno non è semplice, perché esistono molte definizioni scientifiche diverse. Tuttavia, negli ultimi anni, la maggior parte delle ricerche concorda nel considerare il sonno come uno stato comportamentale. Il sonno, infatti, presenta delle caratteristiche come: la stabilità nel tempo, la complessità e l’organizzazione ciclica. Questo significa che durante il sonno si verifica una convergenza di diverse attività fisiologiche dell’organismo verso un modo di funzionare comune e costante per un certo periodo di tempo.

Definizione del sonno

Henri Pieron

In letteratura scientifica esistono molto definizioni del sonno. Henri Pieron (1913) all’inizio del 900 è stato tra i primi a definire il sonno come: “uno stato fisiologico periodicamente necessario, con una ciclicità relativamente indipendente dalle condizioni esterne e caratterizzato da una interruzione dei complessi rapporti sensoriali e motori che collegano il soggetto con il suo ambiente”. Molti anni dopo Carskadon e Dement (1989) lo definirono: “uno stato comportamentale reversibile di distacco percettivo e di non responsività all’ambiente”.

Una definizione del sonno più recente e forse più esaustiva è stata formulata da Fagioli e Salzarulo (1995) che hanno definito il sonno come: “uno stato dell’organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali che comporta la sospensione dell’attività relazionale (rapporti con l’ambiente) e modificazioni della coscienza: esso s’instaura spontaneamente e periodicamente, si autolimita nel tempo, ed è reversibile.”

All’interno di questa definizione troviamo dei concetti fondamentali che richiedono un’ulteriore specificazione:

Lo stato comportamentale 

In conclusione, c’è grande accordo nel definire il sonno come uno stato comportamentale. La parola stato, infatti, si riferisce ad una condizione, ad un modo di essere.

L’aggettivo comportamentale si riferisce al comportamento osservabile e registrabile nel modo più obiettivo possibile con un alto livello di coerenza tra gli osservatori.

Una delle prime definizioni di stato risale a Prechtl (1968) nei suoi lavori sui diversi stati comportamentali nei lattanti, lo stato è “una costellazione di pattern di variabili fisiologiche che sono relativamente stabili e che sembrano ripetersi. Sono prontamente riconoscibili, dato che appaiono ripetutamente non in un solo neonato, ma in tutti i neonati”.

Caratterisitiche dello stato comportamentale

Uno stato comportamentale però, per poter essere definito tale deve presentare alcune specifiche caratteristiche:

In altre parole, la convergenza di diverse attività fisiologiche dell’organismo verso un modo di funzionare identificato da parametri comuni e che rimangono tali per un certo periodo di tempo è alla base del concetto di “stato”.

Infatti, diversi parametri opportunamente scelti nella regsitrazione del sonno conservano una determinata caratteristica per un certo tempo e si modificano sincronicamente: questa fa pensare che vi è un controllo sull’insieme di queste attività, cioè che il sonno è una funzione altamente controllata in vari settori dell’organismo (Salzarulo, 2007).

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